Altro che Giro d'Italia. È subito show al Tour con Pogacar-Vingegaard

Nella seconda tappa nei Paesi Baschi lo sloveno attacca e prende 7'' sul danese con gli abbuoni

Altro che Giro d'Italia. È subito show al Tour con Pogacar-Vingegaard
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Comunque vada a finire è già un successo. In sole due tappe abbiamo assistito a qualcosa che in tre settimane di Giro non abbiamo nemmeno intravisto. Altre storie, altri pianeti, altre costellazioni nell'universo mondo del ciclismo. Qui c'è il meglio del meglio e come si è soliti dire: le corse le fanno i corridori. Più sono di alto livello e meglio è per le corse e per chi le segue.

Dopo la tappa di Bilbao, ieri sulle strade di San Sebastian si è replicato. La fuga di giornata è nelle mani e nelle gambe di tre corridori di primordine. Non di tre carneadi: Neilson Powless (Ef), Remi Cavagna (Soudal Quick Step) ed Edvald Boasson Hagen (TotalEnergies). Tre nomi di assoluto valore, che non necessitano nemmeno di tante presentazioni.

La tappa più lunga del Tour (209 km) è uno spettacolo, che fila via veloce sul filo dei 45 chilometri orari. Poi il finale di San Sebastian, con lo strappo del Jaizkibel dove Tadej Pogacar misura nuovamente la febbre al diretto rivale, il re pescatore Jonas Vingegaard. Lo sloveno accelera e alla sua ruota resta solo il danese; per Tadej 8 di abbuono, per Jonas 5, alla faccia di chi consigliava a Pogacar di correre con maggiore prudenza. «Se ci sono occasioni per guadagnare secondi, perché dovrei lasciarmele sfuggire?», dice lo sloveno che per non sbagliare si butta anche nella volata finale e ne porta via altri 4, per un totale di 12.

È un Tour spettacolo, che conquista e ci avvicina. Anche la vittoria di Victor Lafay è di rara bellezza: una rasoiata portata proprio sotto lo striscione dell'ultimo chilometro che lascia di sasso il gran favorito di giornata Wout Van Aert costretto ancora una volta a incamerare l'ennesimo secondo posto. Dei quattro successi in carriera ottenuti da Lafay, due li ha rimediati nei grandi giri: uno sulle strade del Giro l'altro sulle strade del Tour. La cosa curiosa è che questo ragazzo lionese non ha ancora un contratto, ma per l'occasione si prende una maglia: quella verde della classifica a punti.

In questo Tour di stelle e di eccellenze brillano anche gli italiani, che non sono tanti (solo 7), ma ieri con i migliori ci sono sia Giulio Ciccone che Alberto Bettiol. L'abruzzese fa un balzo in classifica, guadagnando la bellezza di quattordici posizioni, e adesso è 21° a 43 dalla maglia gialla.

È un bel Tour, su questo non si discute. Qui c'è il meglio del meglio e ci arrivano tutti con una condizione monstre. Se ci aggiungi poi quei due, Pogacar e Vingegaard, il gioco è fatto.

Qualche giorno fa, a Comano Terme, Filippo Ganna ha raccontato che parlando con Mattia Cattaneo, erano arrivati a questa conclusione: «Al Giro ad inizio tappa è possibile parlare, al Tour è impossibile». Non perché sia proibito, ma più semplicemente perché non c'è tempo e modo. Perché fin dai primi chilometri c'è battaglia. È proprio un'altra cosa: e si vede.

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