I sei minuti che fanno cambiare per tre volte l'ultimo verdetto del campionato. Prima a sorridere è il Toro, poi il rigore di Giuseppe Rossi - che apre la girandola di gol al Franchi - premia il Milan, infine la zuccata di Amauri (concederà anche il bis nel finale) che manda in paradiso il Parma. Ma l'immagine della serata arriva sui titoli di coda: è la parata di Rosati che respinge il penalty di Cerci, un ex fischiatissimo a Firenze e uomo-copertina del Toro stagionale, e fa risvegliare dal sogno i granata. Se l'ultima giornata aveva solo una casella da riempire nel mosaico della classifica, ha comunque regalato pathos sull'asse Firenze-Parma-Milano. Il Verona, che già aveva scarsissime possibilità di centrare al sesto posto, si tira fuori subito dalla lotta, crollando a Napoli affondato dalle doppiette di Zapata e Mertens.
Al Franchi è partita vera tra l'orgoglio dei viola e il cuore Toro. I granata scontano la pesante assenza di Immobile (comunque capocannoniere del torneo con ventidue reti 37 anni dopo Graziani, l'ultimo torinista re del gol) e trovano di fronte una Fiorentina che vuole chiudere al meglio davanti al suo pubblico un'altra annata positiva. Pepito porta avanti la squadra di Montella con un rigore che fa crescere le sue quotazioni nel borsino azzurro (da stasera sarà nel gruppo dei 30 di Prandelli per tentare di non essere «tagliato» dalla trasferta in Brasile il 2 giugno); Larrondo, che non segnava da oltre un anno - ultima rete il 13 aprile 2013 all'Atalanta proprio quando vestiva la maglia dei gigliati - riapre i giochi, ma il nuovo entrato Rebic in contropiede rimanda all'inferno la truppa di Ventura. La punizione di Kurtic è una pia illusione, anche perchè l'ex Cerci - il gemello orfano di bomber Ciro - si fa respingere il rigore sotto la curva Ferrovia e a pochi metri dal settore dei tifosi granata. Il Toro resta fuori dall'Europa come avviene ormai da venti anni, con Ventura che abbandona il terreno di gioco tra le lacrime e l'attaccante disperato e consolato dagli abbracci dei compagni di squadra. Ora dovrà consolarsi con un posto tra i 23 per il Mondiale.
Circa duecento chilometri più in là, c'è la festa dell'italo-brasiliano Amauri (l'usato sicuro) e del Parma. Una doppietta che vale oro perchè fa sorridere Donadoni, il patron Ghirardi e una città intera. La tensione del prepartita si stempera con l'immagine di Antonio Cassano impegnato ad allontanare dal campo il figlio in lacrime perchè vorrebbe restare al fianco del papà. La sfida con il Livorno, come aveva preannunciato Donadoni, si rivela difficile: gli emiliani si riversano nella metà campo labronica, ma la scarsa vena di Fantantonio e la mira non precisa di Biabiany sembrano segnali negativi. Cassano si arrabbia per un tocco di braccio di Rinaudo in area, poi ci pensa Amauri con un colpo di testa e un tap-in sotto porta.
Al fischio finale, occhi e orecchi al Franchi dove arriva il regalo di Cerci (e di Rosati). La festa può iniziare e Ghirardi può gioire per i milioni (circa 10) che arriveranno nelle casse del suo Parma. L'avventura europea comincerà già il 31 luglio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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