Milanello - Ci sono piazze dove la parola scudetto resta tabù, anche quando la classifica sorride e crea illusioni. Poi ce ne sono altre dove l'abitudine a pronunciarla rompe ogni inibizione. È il paradosso del sogno tricolore. Al Milan, distanziato ben 14 punti dalla vetta, ne sanno qualcosa. Mercoledì era stato Stephan El Shaarawy a sbilanciarsi per primo. «Mi taglio la cresta se vinciamo il campionato. Io ci credo davvero», il virgolettato del Faraone. Un concetto ripreso in toni più soft da Max Allegri ieri in conferenza stampa prima di partire per l'insidiosa trasferta di Catania. «Fa bene Stephan a crederci - incalza il tecnico -, la matematica non ci condanna di certo. Siamo lontani dalla Juve? Vedremo a febbraio dove saremo ».
Il primo passo dell'ambizioso piano di rimonta è fissato per stasera a Catania. Allegri sa che non sarà una passeggiata. «Loro in casa sono molto forti (gli etnei hanno conquistato 16 dei loro 19 punti al Massimino, perdendo solo con la Juventus, ndr) e saranno motivati dopo la sconfitta nel derby a Palermo. Sono davanti a noi in classifica, sarà una partita addirittura più difficile di quella con la Juve». Il Milan però può contare sul fattore Berlusconi. Il Cavaliere ieri si è palesato a Milanello per la terza settimana consecutiva. Visti i precedenti (pareggio a Napoli e vittoria con la Juve, intervallati dal successo sull'Anderlecht in Champions), logico abbia portato buon umore nell'ambiente. «La sua presenza è fondamentale per noi», chiosa Allegri. Berlusconi è atterrato in elicottero intorno all'una, accolto da Adriano Galliani. Pranzo con i calciatori, chiacchierata nella sala del camino con il pupillo Montolivo e poco dopo le 15 la partenza.
Chissà se il presidente avrà discusso di tattica con il mister. «Abbiamo parlato di calcio - taglia corto Allegri -. Se gli piace il mio 4-3-3? Io lo definirei 4-3-e
poi vediamo. Comunque sì, di recente è rimasto soddisfatto. Abbiamo ricominciato a giocare come negli ultimi due anni, dopo che un po' per gli infortuni e un po' per problemi di assestamento avevamo cambiato spesso modulo. Non dimentichiamoci che in estate sono andati via molti giocatori ed era ovvio ci volesse tempo per ridisegnare la squadra». Un po' di rammarico per l'incertezza di inizio stagione, visto che ora ai piani alti il ritmo non sembra irresistibile? «Abbiamo lasciato per strada qualche punto di troppo e ora non dovremo più sbagliare. Ma non credo che le prime stiano andando piano. La Juve ha due punti in più dello scorso anno
».
Spostando il discorso sulla formazione anti-Catania, Allegri conserva ancora qualche dubbio. Abbiati non recupera dal mal di schiena, in porta ci sarà ancora Amelia. Mexes ha invece smaltito gli acciacchi, con lui al centro della difesa uno tra Acerbi (favorito) e Zapata. «Devo decidere, così come in attacco dove ora stanno tutti bene tranne Pato». Sul Papero il tecnico spende ancora parole dolci. «È un giocatore importante e un patrimonio della società che non va perso. Lo aspettiamo con pazienza». In rialzo, nel frattempo, le quotazioni di Bojan, che incalza Boateng per una maglia da titolare. Inamovibile El Shaarawy, pure Robinho sembra certo del posto. «Binho è il giocatore che ho schierato di più dal mio arrivo al Milan. Ha tecnica e personalità, non lo scopriamo di certo ora. Finalmente ha recuperato la forma e con la Juve mi è piaciuto. Questo però deve essere solo il punto di partenza».
In Champions con lo Zenit si dovrebbero rivedere invece Abate e Antonini. «Speriamo di recuperare gli indisponibili. Da qui a Natale abbiamo quattro gare di campionato, una di Champions e una di coppa Italia. Siamo obbligati a fare bene». Via al piano rimonta.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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