Ancora Cutrone & Suso: il Milan ha i suoi gemelli

Il baby apre, lo spagnolo decide. Il Cagliari fa soffrire Montella, ma il Diavolo resta in testa

Ancora Cutrone & Suso: il Milan ha i suoi gemelli

Una fatica del diavolo. Deve sudare (e non solo per il gran caldo) le famose sette camicie il Milan di Montella per domare la fiera resistenza del Cagliari che tiene inchiodati i cinquantamila di San Siro fino al recupero record di 9 minuti concessi dall'arbitro. E deve ringraziare il piedino magico di Suso se alla fine della sera può mettere in cassaforte il secondo successo. Convince il risultato, non certo il gioco e nemmeno l'estro di alcuni esponenti (Calhanoglu ad esempio) che non sembrano ancora inseriti nei meccanismi e in particolare a digiuno di scuola tattica italiana. Cutrone è una sentenza fissa, cinque sigilli in poche settimane da quando ha conquistato la fiducia e il credito di Montella, lo spagnolo in procinto di prolungare il contratto (nel mese di settembre, a mercato chiuso) una risorsa notevole. Lui serve l'assist per l'1 a 0 e poi va a guadagnarsi il boato di San Siro con quella punizione che è una pennellata sopra la traversa. Ma è ancora poco, molto per meritare il rispetto dei rivali e il favore dei pronostici. Giocare da squadra è un traguardo ancora lontano.

Sembra tutto facile. Come a Crotone. Dopo dieci minuti, alla prima trama disegnata dal piedino ispirato di Suso, Cutrone deve sospingere in rete una palletta comoda comoda e il Milan balza davanti al Cagliari. Sembra l'inizio di un'altra sfida in discesa, Niang in tribuna si prende uno striscione perentorio (vattene) e invece mentre la squadra di Montella si ferma per strada a rimirarsi allo specchio, pensando d'aver ormai conclusa la sua missione, gli isolani apparecchiano una frazione di tutto rispetto, col palleggio e con i triangoli chiusi con geometrica precisione. Sau centra un palo sull'uscita di Donnarumma cogliendo il primo buco nella difesa rossonera che non è certo il massimo dell'organizzazione. La spiegazione è quasi elementare: i centrocampisti (a parte Montolivo) recuperano pochi palloni e rinculano a passo cadenzato così lasciando alle ripartenze del Cagliari il tratto distintivo del rischio. Calhanoglu è alla ricerca di una bussola, Kessiè perde troppi palloni nelle sue incursioni offensive che sguarniscono il fianco destro dove c'è già Conti che fa l'ala aggiunta alle spalle di Suso. Di qua il disservizio. Donnarumma è il primo a lanciare l'allarme e la panchina del Cagliari quasi esplode per via di un contatto Bonucci-Joao Pedro concluso da un braccio del milanista intorno al collo del trequartista ospite. Pairetto jr, forse fedele alla disposizione di Rizzoli (chiamare l'aiuto del Var per i macro-episodi), tira via dritto per dimostrare che non ha dubbi. Perciò il pari del Cagliari nella seconda frazione è il logico sbocco. Kessiè si fa sottrarre palla davanti all'area e la successiva trama degli isolani può liberare al tiro Joao Pedro davanti a Donnarumma.

La sveglia non avviene per merito di due debuttanti Biglia e Kalinic entrati per Calhanoglu e Cutrone, ma grazie al talento balistico di Suso, il più pronto della compagnia a conquistare una

punizione dal limite e poi a trasformarla togliendo la solita ragnatela dal sette della porta del giovane Cragno. Il finale è tutta materia per la moviola, compreso il gol di Kessiè cancellato dall'arbitro per una trattenuta.

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