«Arbitri in malafede e razzisti» E il Malaga sospetta di Platini

«Arbitri in malafede e razzisti» E il Malaga sospetta di Platini

E noi che pensavamo fossero in malafede solo gli arbitri italiani, almeno a seguire il pensiero di Moratti che non riesce a darsi pace per il rigore regalato all'Atalanta, ma non affronta il flop interista con altrettanta severità. In Champions League la musica è la stessa. «Non è calcio, ma razzismo», ha scritto in un tweed lo sceicco qatariota Abdullah bin Nasser Al-Thani, proprietario e presidente del Malaga, dopo l'eliminazione dei suoi giocatori a Dortmund per via d'un gol che più irregolare non poteva essere. Il terzo, arrivato a pochi secondi dal fischio finale. Santana, l'autore del miracolo, era in fuorigioco. E, oltre la linea difensiva degli spagnoli, c'erano quattro giocatori del Borussia sul cross di Reus che ha sparigliato le carte. Violentissime le proteste del Malaga che al 90' si sentiva già in semifinale e che nel recupero ha subito due reti, buona la prima, da annullare la seconda. Per il club tedesco un regalino da 10-12 milioni. Alla faccia degli assistenti affetti da miopia acuta e degli impalpabili fantasmini, alias arbitri di porta, tanto cari a Platini e Collina.
Lo sceicco ha chiesto all'Uefa di aprire un'inchiesta: «Sarebbe gravissimo se non accadesse niente». Ancora più severo Pellegrini, l'allenatore cileno del Malaga, che nel 2006 aveva portato in semifinale di Champions League il Villareal: «Sull'1-2 l'arbitro, lo scozzese Thomson, non ha più fischiato niente contro il Borussia. La verità è che l'Uefa non voleva in semifinale il Malaga, dopo averlo sanzionato per il fair play finanziario, e che questo sport subisce l'influenza di troppi fattori esterni». È andato oltre Joaquin, suo giocatore: «Sospettiamo di Platini. Noi siamo il Malaga, non il Real, è più facile farci cose del genere». Ci sarebbe allora da chiedersi perché Thomson, di professione avvocato, aveva complicato la vita del Borussia convalidando all' 82' il 2-1 del Malaga segnato da Eliseu in netto fuorigioco.
Con tutto il rispetto per Collina, la stagione dei suoi uomini sta rivelandosi fra le peggiori degli ultimi anni. Basta riandare alla frettolosa espulsione di Nani, arbitro il turco Cakir, che fece da spartiacque fra Manchester United e Real Madrid negli ottavi. Per non parlare di come un altro arbitro scozzese, Collum, ha spianato la strada al Fenerbahce nella partita di Europa League con la Lazio negando un rigore ai biancocelesti (fallo su Ederson) e regalandone invece uno ai turchi per un mani innocente di Radu.
In tutto questo bailamme è assordante il silenzio degli arbitri sulle accuse di malafede, razzismo, incapacità e via andare. Neanche un cinguettio.

Ancora più assordanti sono gli alibi dietro cui si trincerano i loro capi. Invece di scovare giustificazioni ridicole, ammettano senza reticenze gli errori visti sul campo e quelli commessi in fase di addestramento, formazione e designazione. Eppure il regolamento non è criptico.

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