Arriva la Signora e Roma non vuole rivedere la guerra

Roma-Juventus oggi alle 17.45. Olimpico blindato dopo gli scontri di Coppa Italia. Scaramucce tra Garcia e Conte

Arriva la Signora e Roma non vuole rivedere la guerra

Roma - Doveva essere la sfida scudetto, ma sarà tutt'altro che una partita amichevole o di fine stagione. In palio c'è l'onore oltre che i canonici tre punti, più utili alla Juventus che sta cercando gli ultimi record di una fantastica stagione, primo fra tutti abbattere la fatidica soglia dei 100 punti.

Olimpico esaurito, 55mila spettatori, e blindato per evitare un remake del triste spettacolo prima della finale di Coppa Italia. Saranno tre i punti di raccolta con il trasferimento dei tifosi bianconeri allo stadio - ne sono attesi un migliaio - a bordo di autobus che viaggeranno sotto la scorta degli agenti. Cancelli aperti due ore prima del match (fischio d'inizio alle 17.45), 530 steward e mille agenti impiegati.
«Deve essere una bella festa, la rivalità esiste ma deve restare nei limiti dello sport», il messaggio di Garcia che dopo aver parlato di undici lupi in campo (troppo cocente il poker incassato a Catania per non cercare un'immediata rivincita, pensando anche al tris di reti subito all'andata dai bianconeri, ndr) parla in toni più concilianti del collega Conte: «Non mi sono piaciute le sue dichiarazioni polemiche, ma un allenatore che fa 96 punti non può che essere bravo e lui lo è sicuramente».
In molti hanno paragonato il primo anno di Garcia nella capitale all'esordio di Conte da allenatore sulla panchina della Juventus. Entrambi raccoglievano detriti e macerie della stagione precedente e il primo merito dei due è stato quindi quello di aver dato entusiasmo all'ambiente. Il futuro del francese sarà ancora sulla panchina giallorossa e sogna una carriera alla Ferguson («sono fiero di essere qui, sarebbe un onore restare qui a lungo e vincere anche solo la metà di quello che ha vinto sir Alex»), quello di Conte non è ancora scritto e si attende il confronto tra il tecnico e Andrea Agnelli che andrà in scena all'inizio della prossima settimana. Garcia ha già alzato l'asticella per la prossima stagione: «Vinceremo lo scudetto, stiamo lavorando sull'essere ancora competitivi, non serve che l'anno prossimo ci siano le stesse rivali e gli stessi allenatori...».

Ieri Conte ha lasciato la scena in conferenza stampa al suo staff, che non ha sciolto l'enigma su cosa farà l'allenatore pugliese: «Dite che è stanco e dubbioso? Antonio è sempre carico e pronto a vincere la prossima partita, è il numero uno». «Il mio capolavoro tattico? Il prosssimo...», l'enigmatica battuta del condottiero juventino. Resta da vedere se il capolavoro si paleserà a Torino o altrove.
Intanto scarso turnover per la Juve dopo la «passerella» scudetto con l'Atalanta (in porta ci sarà Storari, in dubbio l'acciaccato Marchisio, pronto Padoin) mentre tiene banco la salute di Vidal. In Cile la situazione fisica del centrocampista è al centro di un «processo di stato»: secondo l'accusa, la Juve avrebbe dovuto anticipare il giorno dell'operazione al menisco o proseguire la terapia conservativa senza farlo tornare in campo e peggiorare così la sua situazione. «Ogni decisione è stata presa pensando al suo bene», così il preparatore atletico Coratti. Il club ha già pronto il programma di riabilitazione.

In casa Roma, vertice di mercato tra il patron Pallotta e i dirigenti giallorossi.

In primo piano, il rinnovo di contratto di Pjanic, che martedì potrebbe già raggiungere il ritiro premondiale della Bosnia. «Lui vuole rimanere e il presidente lo vuole tenere, alla fine si troverà un compromesso», dice fiducioso Garcia. Oggi darà spazio in porta al giovane polacco Skorupski e recupererà Destro dopo 4 turni di stop.

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