Azzurri, 12 anni dopo c'è Ibra da esorcizzare

In Portogallo spiazzò Buffon e umiliò Vieri. E Chiellini non ha scordato quella volta che...

Azzurri, 12 anni dopo c'è Ibra da esorcizzare

Dal nostro inviato a Montpellier

Un gol di tacco infilato sotto il sette, nonostante l'uscita di Buffon e il salto di Vieri appostato sul palo. Sabato saranno 12 anni esatti da quella prodezza che Zlatan Ibrahimovic ricorda molto bene. È l'unica rete che lo svedese ha segnato in carriera al portierone azzurro, suo compagno di squadra alla Juve per due stagioni prima che lo scandalo di Calciopoli mandasse all'inferno i bianconeri e facesse fuggire da Torino, direzione Inter, l'attaccante di Malmoe. Una rete che fece esplodere la rabbia di Vieri, che letto di un presunto litigio con Gigi per quel gol, si definì "molto più uomo" di tutti i cronisti. E in generale, a livello internazionale, un solo gol a un club italiano (alla Roma e ad Antonioli nel dicembre 2002) quando militava nell'Ajax.

A Tolosa, nello stadio più piccolo dell'Europeo francese, Ibracadabra che ha la testa al mercato e alla fresca convocazione per Rio, ritroverà gli azzurri ma soprattutto avrà di fronte la difesa d'acciaio che ha già fatto spendere fiumi d'inchiostro alla stampa specializzata di tutta Europa, Francia compresa. Sarà una sfida a suon di scintille e sportellate, vissuta finora solo una volta e nel campionato italiano: il quartetto juventino affrontò lo svedese in uno Juve-Milan vinto dai bianconeri per 2-0 il 2 ottobre 2011. In realtà c'è un altro precedente sempre a Torino, ma di soli sei minuti per l'ingresso tardivo di Bonucci. Semaforo rosso per lo svedese anche nelle altre sette occasioni, dove ha trovato solo alcuni dei protagonisti della retroguardia juventina.

"Per qualsiasi difensore è difficile affrontare Ibra, ha vinto dei campionati da solo, gli manca solo la Champions, diventata una maledizione per lui. E ha avuto la sfortuna di giocare nello stesso periodo di Cristiano Ronaldo e Messi, altrimenti ci sarebbe almeno un Pallone d'oro a casa sua", così Chiellini in una recente intervista a Le Parisien. Il difensore è stato suo compagno per un solo anno, quello dello scudetto vinto a 91 punti e cancellato dalla giustizia sportiva. Fra i due l'amicizia sembrò evaporare quando l'attaccante lasciò il club bianconero. Chiellini lo accusò in un dopo Juve-Milan di Coppa Italia di aver rifilato uno schiaffone al portiere Storari, l'unico estremo difensore bianconero "bucato" dallo svedese. E lo stesso Ibra, nella sua autobiografia, raccontò di come Chiellini in uno Juve-Inter continuò a provocarlo fino a "farmi un tackle da dietro, la cosa più vigliacca, perché non puoi vedere l'avversario da dietro. Alla fine della partita lo presi per la testa e me lo trascinai dietro come un cane disubbiediente. Lui si spaventò e glielo lessi in faccia".

In realtà nel corso degli anni i rapporti sono migliorati, ma il duello sul campo di Tolosa sarà comunque ruvido. In fondo l'Italia cerca i tre punti della certa qualificazione e la Svezia mai così debole nella rosa e con un ct (Hamren) contestato in patria, proverà a restare aggrappata alla competizione. Contro l'Irlanda la leggenda, come lui ama definirsi, ha giocato una prova poco convincente e sottotono, servendo però l'assist da cui è nato l'autogol di Clark. Nella seduta video di ieri, successiva all'allenamento, Conte avrà sicuramente studiato le contromisure da prendere su Ibra. Affidandosi ancora all'esperienza e alla solidità della superdifesa.

Ieri nessuna prova specifica di formazione anti-Svezia, decisiva la rifinitura di stamattina al centro sportivo Gasset, sempre più blindato: possibile l'ingresso tra i titolari di De Sciglio al posto di Darmian e di Florenzi per uno dei due interni (più Parolo che Giaccherini). Pellè si è allenato regolarmente: giocherà.

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