Quei tre set point non sfruttati nel secondo set. Sono loro ad aver fatto la differenza tra Francia e Italia; è quello lo spartiacque che, di fatto, ha deciso il match. I transalpini vanno in semifinale, gli azzurri vanno a casa. Per la tristezza dei tifosi e la gioia di qualche allenatore di Superlega che può riabbracciare i suoi giocatori: ma questa è un'altra storia.
Se è vero che l'Italia, acciaccata e malconcia, nel primo set ha subìto l'onda francese (25-16), nel secondo ha giocato forse il miglior set di tutto il suo Europeo, mancando tre set poi e cedendo alla fine 27-25. Il terzo è stata pura passerella per i francesi (25-14). La speranza era che Simone Giannelli avesse riacquistato una condizione di forma discreta, dopo la febbre e il virus intestinale che lo avevano debilitato nello scorso fine settimana. Perché è inutile negare come dalle mani del palleggiatore passavano tutte le speranze azzurre di espugnare Nantes. Ma era un'Italia che aveva bisogno anche di Osmany Juantorena, che purtroppo si è acceso poche, pochissime volte. Stesso discorso per Ivan Zaytsev, che dopo la non eccellente prestazione con la Turchia era chiamato ad un pronto riscatto mai arrivato.
Gli azzurri hanno denotato tanti (troppi) alti e bassi in questa rassegna continentale, con diversi black-out che hanno sovente fatto capolino, regalando alle squadre avversarie anche 4-5 punti consecutivi.
Cosa accaduta anche ieri a Nantes, dove la bolgia degli 8mila sugli spalti ha sospinto la Francia verso la semifinale. Per l'Italia, invece, la consapevolezza che i Galletti hanno meritato; ma anche che alle Olimpiadi sarà tutta un'altra musica. Sperando di avere i migliori Zaytsev e Juantorena, ma anche tanta, tanta fame di vittorie.
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