È anche la sfida fra Simone Inzaghi e Vincenzo Italiano: il re di Coppe che cerca il 4° trofeo in 2 anni di Inter (e il 7° assoluto in carriera), contro il debuttante in finale, l'allenatore che dopo 9 stagioni ha riportato la Viola a giocare una partita che vale una coppa e già che c'era, esagerando e per avere più chances, ne giocherà addirittura due. Due modi diversi di arrivare in alto: Inzaghi dai ragazzi della Lazio (con 3 coppe) alla panchina dei grandi; Italiano dalla Serie D con la Vigontina San Paolo alla prima finale della carriera. Prima finale, ma anche lui è uno che non sbaglia il dentro o fuori: a Trapani e Spezia promosso coi playoff.
Una vittoria ciascuno in questo campionato: finalista di Champions contro finalista di Conference. La Coppa Italia è molto più che una «bella». Nella primavera delle finali e della rivincita del nostro calcio, Inzaghi e Italiano sono gli unici che ne hanno conquistate due e forse fra tutte, proprio quella di stasera è la più equilibrata. C'è un precedente recente, il 1° di aprile, con la Fiorentina che sbanca San Siro, ma da allora l'Inter è cresciuta molto e per questo entra sì, in campo da favorita, ma la distanza è minima. E lo sanno tutti, allenatori e giocatori, alla vigilia ricevuti dal presidente Mattarella al Quirinale.
Due stagioni lunghissime, nessuno ha giocato tanto quanto la Fiorentina, che stasera scende in campo per la 56esima volta dal 18 agosto in avanti. Chiuderà a 60 partite, l'Inter a 57. Capita solo a chi vince. Un avvio sofferto e le sconfitte in campionato e le polemiche e il rischio esonero per entrambi: Italiano difeso dal suo club molto più di quanto non sia accaduto a Inzaghi. Il riscatto nelle coppe: la Cremonese che fa il «lavoro sporco» contro Napoli e Roma per la Fiorentina, e l'Inter che arriva all'epilogo dopo la doppia battaglia con la Juventus (e i quarti conquistati solo ai supplementari contro il Parma). E poi l'Europa come approdo e il Portogallo come amico e trampolino, chi il Braga, chi Porto e Benfica, per rinfrescare gli albi d'oro. Due contratti in scadenza al 2024, e poi chissà. La Fiorentina ha vinto nel 2001 l'ultima delle sue 6 Coppe Italia (10 finali); l'Inter (8 coppe, 14 finali) è campione in carica e giocherà con la squadra tipo, con capitan Handanovic al posto di Onana. Parte in panchina Lukaku, che nel gennaio 2021 segnò nei supplementari il gol decisivo nell'ultima sfida in Coppa Italia tra le 2 squadre (ottavi). Per il resto rientrano Darmian e Acerbi, Dumfries e Dimarco, Barella e Calhanoglu, Lautaro e Dzeko.
Anche Italiano in campionato ha fatto riposare gran parte della squadra reduce dalla
battaglia di Basilea e anche lui è pronto a rilanciare la Viola formula coppa, per assaltare pronostico e avversario. Quel che conta, c'è Cabral, già 16 gol in stagione. Non è Lautaro, ma Firenze spera che possa bastare.
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