L'Inter batte il Lipsia di misura e su autogol, ma per un giorno è in testa da sola a quella lenzuolata infinita che è la classifica della nuova Champions League. E intanto scopre l'effetto che fa. Poi magari stasera il Liverpool batte il Madrid e torna al comando a punteggio pieno, ma intanto Inzaghi s'è avvicinato un altro po' a quello che è il primo, dichiarato, obiettivo del club: giocare gli ottavi senza passare dagli straordinari dei playoff. Non era così scontato.
Lipsia ostico, si sapeva. Certamente migliore della sua classifica, zero punti in 5 partite. Si difende con ordine per un tempo e osa qualcosa in più nel secondo. Marco Rose ha gli uomini contati, appena 16 giocatori nella distinta, ragazzini compresi, lascia il gioiello Sesko in panchina per un'ora abbondante e propone al suo posto l'ex milanista André Silva, che negli anni non sembra granché migliorato. Openda è la freccia avvelenata dei tedeschi, costringe al giallo prima Pavard e poi Bastoni. Il francese si stira poco prima dell'intervallo, un brutto guaio in vista di Firenze, dove Acerbi, se andrà bene, potrà al massimo partire dalla panchina.
Proprio pensando al campionato, Inzaghi risparmia gran parte della sfida a Thuram, messo in campo solo a metà ripresa, per attaccare ma soprattutto per cercare di alzare la squadra nei buchi che l'offensiva tedesca cominciava a lasciare liberi. Inzaghi si concede solo 10 minuti di ThuLa, perché nel finale toglie anche Lautaro, anonimo una volta di più. Un solo tiro nel primo tempo, sinistro al volo, che peraltro al portiere Gulacsi deve essere sembrato un passaggio. Fa molto più di lui Thuram, di forza e in contropiede. Nel recupero dà anche a Mkhitaryan la palla per il facile raddoppio, ma il gol dell'armeno è cancellato dal fallo fischiato (in ritardo) proprio al francese.
Tanta Inter, magari non bellissima, ma continua e in controllo, con molto possesso, buona occupazione degli spazi e rarissimi palloni concessi agli avversari, alla fine però la differenza la fa l'autogol quanto mai involontario di Lukeba, sulla cui caviglia carambola, poco prima della mezz'ora, la solita punizione tagliata di Dimarco, come sempre uno dei più bravi.
In avvio di ripresa, Dumfries (bravo anche lui) ha il pallone per stappare la festa, ma sbaglia in modo clamoroso a pochi metri dalla porta. Sarebbe stato tutto più semplice, invece cosil Lipsia ci prova fino all'ultimo a rovinare la serata nerazzurra.
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