Battocletti podio del fairplay. Il coach di Jacobs cacciato da Parigi

I casi dell'atletica

Battocletti podio del fairplay. Il coach di Jacobs cacciato da Parigi
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Chiamiamola portabandiera del fairplay. Per esserlo bisogna avere il cuore grande di chi sa che il 4° posto con record italiano (14.31.64) ottenuto nei 5000, oltre che meraviglioso, era il massimo che potesse fare. Un massimo che le ha permesso di mettere dietro sé le gazzelle degli altipiani africani. Da atleta, però, sapeva che un argento non si deve togliere con tanta leggerezza e quindi, per osmosi, un termine che a lei piace tanto, non si deve regalare un bronzo anche se il suo non sarebbe stato un regalo. Cazzotti e spintoni tra Kipyegon e Tsegay sono stati prima puniti e due ore dopo perdonati. Anche se in quei 120 minuti Nadia Battocletti è stata forse l'unica a non esserci rimasta male: aveva sempre detto e ripetuto che celebrava il risultato della pista.

Posata la bandiera del fairplay, c'è da domandarsi chi abbia sbagliato cosa. Per l'ex sprinter Tilli «l'errore vero è quello commesso dai primi giudici, che con troppa leggerezza hanno tolto un argento a un'atleta. Devi prenderti molto più tempo prima di privare qualcuno di un secondo posto alle olimpiadi. Da questa vicenda è però Nadia a uscirne in modo splendido, lei aveva sempre ripetuto di sentirsi quarta. Ma meritava la medaglia per chi si era messa dietro». Quanto all'appello vinto dal Kenya contro la prima decisione e al contro appello perso dalla Fidal, ci sta: in fondo era stata una forzatura, ci intromettevamo in una vicenda che riguardava le due atlete che si erano ostacolate. «Anche se non è da sottovalutare», osserva Tilli, «che la Federazione kenyana è molto importante e influente».

Una questione, sì, di regole, di giudici, di federazioni, ma anche di scarpe. Nel senso degli sponsor calzolai, tutti hanno la loro fetta di peso e influenza e nell'atletica il mondo va un po' al contrario, l'Africa è una potenza di questo mondo sportivo e Kipyegon la sua portabandiera. E la nostra Federazione, e il presidente Stefano Mei, tra l'altro ex mezzofondista? «Nel controricorso abbiamo fatto notare che la condotta inappropriata e volontaria delle due atlete avrebbe dovuto prevedere una squalifica. Respinto.

Da lunedì sera non si potrà più squalificare nessuno che inavvertitamente tocchi un rivale... Un brutto precedente».

E intanto il coach-guru di Jaccobs Rana Reider è stato allontanato dai Giochi come era accaduto nei Mondiali '22 e '23. Di mezzo ci sarebbe un nuovo presunto caso di abusi.

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