Rafael Benitez conserva la stessa espressione anche in caso di strage. Quando vince una coppa dei Campioni, quando la perde, quando vince una coppa Intercontinentale, quando ne perde due. L'ultima ieri, all'ora di pranzo italiana, contro i brasiliani del Corinthians. Un solo gol, di Guerrero, una serie di paperissime di Torres, fenomeno alla memoria, giusto prodotto di un football di forma e non di sostanza, alcuni prodigi di Cassio, portiere lungo due metri capace di cancellare i tentativi degli inglesi.
Qualche collega londinese ha tirato fuori la storia del fuso orario e dell'idiozia di un torneo giocato laddove le finaliste, da sempre, non hanno casa. In verità l'orologio del Corinthians ha funzionato benissimo perché il "fucibòl" brasiliano sta cambiando , è cambiato velocemente, ha trovato i denari, non è più un calcio da favelas anche se dalle favelas arrivano nuovi soggetti, e se una miniera così carica di pepite è riuscita a trovare anche gli investitori, allora prepariamoci al cambiamento di un'epoca, non certo di una scuola. Anche se il Corinthians l'ha messa subito sulla forza fisica e sulla provocazione, condizionando l'arbitro turco mentre lo stadio di Yokohama era tutto brasileiro.
Dopo cinque vittorie europee, dunque, i sudamericani si prendono la rivincita e il Chelsea ribadisce di essere nel momento peggiore delle sue ultime stagioni. Benitez è ad interim, non lo vogliono i tifosi che, anzi, lo respingono, la squadra, a parte il connazionale Torres, lo ha appena accettato, la testa di Di Matteo è stata tagliata dai cortigiani di Abramovich che pensa a Guardiola ma continua a flirtare con Mourinho.
El señor Benitez non sembra preoccuparsi minimamente di tutto ciò, si fa scivolare l'acqua sulle piume, come l'oca, anche dalla panchina non strilla, non scuote. Incassa il salario, come a Milano, prende su e ringrazia, sempre con la stessa faccia di cui sopra.
Nel giro di tre anni è passato dalla gloria del Liverpool al precariato del Chelsea, con l'intervallo interista deriso dallo spogliatoio come hanno confermato le immagini rubate alla vigilia dell'ultimo Manchester City-Real Madrid di Champions league, tra Maicon e Mourinho: «Hai saputo chi è andato ad allenare il Chelsea?», «Chi, el gordito (il grassoccio?)», un bel dialogo, una bella storia che serve a comprendere, con due anni di ritardo, quale fosse il rapporto tra i nerazzurri, il club e l'allenatore e il senso di professionalità di tutto il gruppo. Confermato da Materazzi su twitter: «Bravi noi a vincere quella coppa senza allenatore...».
Non sembra che l'attuale relazione a Londra, tra lo spagnolo e il club, sia di grandi affetti. Il Chelsea è fuori dalla Champions, è in difficoltà in premier e martedì prossimo contro il Leeds si gioca il passaggio nella coppa di Lega.
La Fifa celebra la sua coppa, inventata per business e propaganda, all'inizio con una sola finale, e reinventata per business e basta, con un minitorneo che non ha alcun significato tecnico, anzi ha controindicazioni per gli allenatori. Ma Blatter, come Benitez, non cambia espressione in nessun caso.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.