Berti: "Ecco perché questo scudetto è una goduria"

Nicola Berti ha celebrato la vittoria dello scudetto dell'Inter di Antonio Conte, ma ha anche messo nel mirino Milan e Juventus

Berti: "Ecco perché questo scudetto è una goduria"

L'Inter di Antonio Conte ha vinto uno scudetto sudato e meritato, il numero 19 della sua storia. I nerazzurri si sono cuciti sul petto il tricolore con quattro giornate d'anticipo rispetto alla fine del campionato detronizzando la Juventus che veniva da 9 anni di dominio assoluto. Il titolo di campioni d'Italia è tornato sulla sponda nerazzurra del naviglio dopo 11 anni di astinenza e chi meglio di un ex bandiera della Beneamata come Nicola Berti poteva commentare un successo così importante e significativo dopo anni difficili.

Berti è stato un idolo assoluto, e lo è tuttora, dei tifosi dell'Inter e nei suoi quasi 10 anni di militanza in nerazzurro ha giocato oltre 300 presenze impreziosite da 41 reti mettendo in bacheca due coppe Uefa, uno scudetto e una Supercoppa Italiana. In esclusiva per ilgiornale.it, Berti ha celebrato la vittoria del titolo, ha elogiato Conte e il lavoro svolto riservando come sempre, con la sua pungente ironia, stoccate a Milan e Juventus:

Berti, l'Inter ce l'ha fatta a vincere lo scudetto dopo anni difficili. Si aspettava sarebbe stato così agevole dopo le difficoltà iniziali?

"Sinceramente mi aspettavo che l'Inter vincesse questo benedetto scudetto. Dunque non è qualcosa di inaspettato ma non è casuale la cosa dato che dietro c’è costruzione, c’è un lavoro enorme svolto da Antonio Conte, Marotta, tutto lo staff dirigenziale e la società. Persone vincenti hanno condotto in porto un progetto ma ora bisogna continuare su questa strada perché non bisogna fermarsi".

In tanti hanno criticato il gioco dell'Inter: è un titolo meritato?

"E vedi pure (ride; ndr). L’Inter per me ha giocato molto bene tante partite in questa stagione. Nelle ultime uscite si è giocato meno bene anche per via della stanchezza ma si è vinto da squadra, di carattere e senza mai rischiare nulla. Dopo il sorpasso al Milan si è vista la differenza tra le due squadre e abbiamo dato una seria prova di forza. Questo è stato proprio l'anno giusto per tornare a vincere lo scudetto dopo 11 anni, Conte poi ha fatto sentire tutti importanti e dunque non c'è niente da dire e da obiettare"

Da interista si augura che il Milan resti fuori dalla Champions League?

"Onestamente il sogno sarebbe che Milan e Juventus non andassero in Champions League (ride; ndr). Poi mii rendo conto che è un po' troppo ma in realtà devono stare attente entrambe perché come calendario e morale mi sembrano messe peggio rispetto a Lazio, Atalanta e Napoli che si giocano i tre posti rimasti. Ripeto, spero stiano fuori entrambe ma alla fine chi se ne frega di loro: noi abbiamo vinto lo scudetto".

Questo è lo scudetto numero 19, c'è stato il sorpasso sul Milan: è contento?

"Questa è una cosa bellissima, che goduria. Non ci avevo nemmeno pensato ma rende il tutto ancora più bello".

Per lei Conte resterà all'Inter?

"Certo, deve rimanere. Deve riscattare i due anni dove ha fatto male in Champions e de ve portare avanti il suo progetto vincente. Certo, abbiamo 3-4 innesti necessari da dover fare ma ne abbiamo altri 7-8 che possono fare la Champions ad occhi chiusi. Siamo sulla strada buona per fare bene anche in Europa con Conte in panchina e con qualche acquisto per fare il salto di qualità".

Si può dire che Barella è il suo erede?

"Certo, lo si può dire anche perché abbiamo le stesse iniziali di nome e cognome (ride; ndr). A parte tutto è molto forte, sa fare tutto, ha qualità, quantità, classe, eleganza, sarà il capitano per i prossimi 10 anni all'Inter. Cosa devo dire di più?".

Ha parlato di 3-4 innesti per essere ancora più competitivi: ci fa qualche nome?

"Quello lo lascio fare alla dirigenza ma sappaimo tutti dove si deve intervenire...ad esempio io uno come De Paul non me lo lascerei sfuggire, è da prendere. In attacco bisogna prenderne uno con le caratteristiche giuste per sostituire degnamente Lukaku quando manca. 3-4 partite insieme Sanchez e Lautaro Martinez le possono pure fare ma se Lukaku dovesse farsi male a lungo come fai? Se si fa male lui l'Inter va in difficoltà quindi ibsogna fare qualcosa per sopperire alla sua ipotetica assenza con un attaccante dalle sue caratteristiche".

Handanovic ha palesato qualche difficoltà: bisognerà intervenire anche in quel reparto?

"Io lo terrei ancora un anno, è uno attaccato alla maglia, serio e forte. Vero è che sta calando di rendimento ma ripeto lo terrei ancora un anno a fare il titolare"

Cedere Icardi per puntare su Lukaku alla fine è stata una scelta vincente. La rifarebbe?

"Senza alcuna ombra di dubbio, non c'è proprio paragone a dire il vero. Io non li valuto sul personale ma per quello che danno in campo e onestamente il terreno di gioco ha parlato e dato la sentenza definitiva".

Si può fare un paragone tra il calcio di oggi e quello che si giocava ai suoi tempi?

"Assolutamente no. Noi eravamo molto più liberi, avevamo un rapporto diverso e stretto con i tifosi. Avevamo un modo differente di vivere le partite, le vigilie, le sfide importanti, i derby era un altro calcio per dirla in parole povere".

Il ricordo più bello e più brutto con la maglia dell'Inter?

"Impossibile trovare una cosa bella e una brutta. Per me sono stati quasi 10 anni fantastici nel bene e nel male. Non posso scegliere".

Raggiungerà i tifosi a San Siro o in Duomo per un piccolo festeggiamento in pieno rispetto delle norme anti-covid?

"Sì, lo farò anche perché dopo 11 anni di

astinenza ho proprio voglia di fare un saluto ai tifosi anche se non amo troppo gli affollamenti e soprattutto con questo covid sono stato molto attento e continuerò ad esserlo. Un salto sotto lo stadio comunque lo farò".

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