Ridere, o almeno sorridere. O almeno non piangere. L'effetto Champions League, per una sera, ha sollevato il Bologna dai patemi di un campionato incerto, creando una miscela di emozioni e ricordi privi, soltanto, di un esito in grado di dare una svolta al primo mese di stagione.
Poteva finire male, anzi poteva iniziare male: dopo 97 secondi Posch ha valutato male un lungo lancio sull'esterno sinistro Eguinaldo e, nel tentativo di rimontare su di lui, lo ha atterrato in area. Skorupski, con un invidiabile scatto per abbassarsi sul tiro di Sudakov alla sua destra, ha fermato poi parato e il Bologna ha così evitato uno choc che avrebbe potuto essere pesante, a inno (nuovo) di Champions League finito da poco e con molti degli spettatori che ancora si chiedevano se fosse tutto vero, se davvero ci fossero gli striscioni e le pubblicità della grande lega. Anche perché tra arrivare allo stadio con enormi difficoltà per la pioggia forte, cattiva, continua, prendere posto e proteggersi dalla pioggia stessa per riuscire a vedere qualcosa il pericolo era che lo sforzo distogliesse dalla concentrazione per un evento che a Bologna non si vedeva da 60 anni.
Passato quel pericolo, il Bologna ha tenuto discretamente il campo, concedendo allo Shakthar il possesso palla - situazione in cui in Serie A i rossoblu sono al primo posto con il 64,8% - senza però correre reali pericoli, ad eccezione delle situazioni in cui gli ucraini, di gialloblu vestiti come colori nazionali comandano, hanno cercato il lancio lungo, a imitazione di quel primo spunto che aveva causato il rigore.
Lo Shakhtar ha giocato come fa in campionato, con un 4-3-3 sbilanciato perché Zubkov, sull'esterno destro offensivo, non ha la velocità di Eguinaldo, e infatti Lykogiannis ha avuto compito relativamente agevole, potendosi permettere anche di avanzare e creare così pericolosi scambi di posizione con Ndoye, brillante più nel trovare gli uno contro uno che nel concluderli, mentre sulla fascia opposta Orsolini, emozionatissimo e carichissimo, troppe volte ha trovato un Pedro Henrique che evidentemente ne aveva studiato bene la tendenza, del resto risaputa, a rientrare sul piede sinistro.
Il Bologna ha accusato meno problemi del solito in mezzo al campo, un po' per il maggiore aiuto dato a Freuler da Moro un po' perché lo Shakhtar non ha quasi mai cercato l'accelerazione in quelle
zone, preferendo ricamare e trovare l'apertura da una delle fasce. Migliore occasione, senza dubbio, al 53': tocco di testa proprio di Moro, tiro a botta quasi sicura di Fabbian e respinta di Ryznik in uscita coraggiosa.
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