Bologna, la trasferta dei sogni a Liverpool per chiudere il cerchio aperto assieme ai Reds

La prima volta in Coppa Campioni dei due club nel 1964

Bologna, la trasferta dei sogni a Liverpool per chiudere il cerchio aperto assieme ai Reds
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Il viaggio della vita. Dieci voli speciali, sei dei quali organizzati dal Centro Bologna Clubs, e uno atterrato nella non lontana Manchester, per portare poco più di tremila tifosi a Liverpool, per la partita che più di tutte simboleggia per il mondo rossoblù l'ingresso nella Champions League, contrassegnato oltretutto da una circostanza particolare, una sorta di ritorno all'inizio di un percorso poi divaricatosi in maniera drammatica: il 1964 fu l'anno della prima partecipazione alla Coppa dei Campioni sia per il Liverpool sia per il Bologna (nella foto il tecnico di oggi Italiano), ma per i Reds fu solo una tappa verso la gloria di sei trofei, mentre per i rossoblù ha rappresentato un unicum sino a quindici giorni fa. A quel 19 settembre contro lo Shakthar Donetsk, che aveva dato emozioni differenti, per via del diluvio, dello stadio non pieno anche a causa del diluvio e del momento negativo della squadra, anche se all'inno della Champions League gli animi erano svoltati, come se solo quella musica avesse dato il segnale del via. Ma Liverpool è Liverpool, e pazienza se la stragrande maggioranza dei tifosi farà a malapena in tempo a scorgere la città e si perderà la magnificenza monumentale del centro e del porto.

This is Anfield è il cartello che i giocatori toccano prima di entrare, This is Anfield è quello che penseranno molti una volta che il pullman li farà scendere, forse già dal lato della Anfield Road End, la tribuna dietro la porta di sinistra destinata ai tifosi ospiti.

Un giro a vedere i numerosi murales dei dintorni, dedicati a eroi del presente e del passato, un salto dal lato opposto per vedere il cancello dedicato a Bill Shankly, creatore del Liverpool dal 1959 in poi, un souvenir e un omaggio alle vittime di Heysel (in memoria e amicizia, con i simboli di Liverpool e Juventus) e di Hillsborough poi dentro, con la speranza di fare un risultato dignitoso e, forse, la sorpresa di vedere che una volta terminato You'll never walk alone, il celebre inno, l'atmosfera non sarà poi così memorabile.

Mito e realtà hanno due nomi diversi perché sono due cose diverse, del resto.

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