Anche il superuomo Buffon è umano, troppo umano. Al punto da avere avuto in passato un periodo di depressione, culminato in un attacco di panico nel riscaldamento di una partita contro la Reggina. A salvarlo un quadro di Chagall. Lo racconta lo stesso Buffon in "Demoni", il libro del giornalista Alessandro Alciato che raccoglie le confessioni di alcuni personaggi del mondo dello sport. Tra i quali l'ex portiere di Juventus e Parma è forse quello che ha avuto più coraggio nel raccontare i suoi "demoni".
Nel libro Buffon racconta di avere sofferto di depressione. "In un periodo per me molto buio, mi è capitato di visitare la Galleria d' Arte Moderna a Torino, e lì ho notato un quadro in particolare", scrive Buffon. Un quadro di Chagall, precisamente "La passeggiata", un olio su tela del 1918 che lo ha scioccato alla prima visione, al punto da "ripresentarmi 24 ore dopo al museo. Mi ha dato una scossa positiva, per qualche minuto mi ha reso contento. Nell'ultimo anno avevo perso la gioia di vivere, non davo più sollecitazioni al mio cervello per sottrarlo alla fissazione in cui era caduto. Il quadro di Chagall mi ha insegnato che anche le piccole cose avrebbero potuto, piano piano, trascinarmi fuori da quella melma. Ho iniziato a leggere tanti libri. Mi sono anche iscritto a un corso di chitarra", confessa l'ex portiere bianconero, il cui malessere non accennava però a diminuire.
"Sentivo il buio prima che il buio arrivasse per davvero. Peggiorava il corpo, peggiorava la mente, quello stato di me così arrendevole, che non conoscevo, mi accompagnava nel baratro di mille domande. Cosa sta accadendo? Perché proprio a me? Ma non sono bello, ricco e famoso?". Domande senza risposta, fino all'attacco di panico nel bel mezzo di una partita. "Non potrò mai scordare una sfida di campionato contro la Reggina, in casa. Prima della partita, durante la fase di riscaldamento, mi è venuto un fortissimo attacco di panico. Davanti a tutti. Nessuno si accorgeva di niente e questo mi faceva sentire ancora più solo. (....) Il cuore batteva a mille, il respiro diventava sempre più affannoso, pensavo di morire, pur sapendo che non sarebbe accaduto (...)".
Il destino lo ha aiutato, o forse è stato lo stesso Buffon ad aiutare se stesso nel momento più difficile. "Lì, in quel preciso momento, devo dire che sono stato bravo, perché con quel poco di lucidità che mi rimaneva sono riuscito a scavare nelle mie risorse migliori, quelle dell' orgoglio, dell' amor proprio e dell'amore verso il lavoro. Con quel briciolo di razionalità, trascorsi i fatidici cinque minuti, mi sono detto: 'Se molli adesso e scegli la scorciatoia, scegli di non giocare, lo farai ogni volta che sarai in difficoltà'.
Mi sono reso subito protagonista di una parata importantissima su Cozza, quando il risultato era ancora fermo sullo 0-0. Alla fine abbiamo vinto noi, 1-0. Quella parata ha rappresentato per me una scossa clamorosa, ha funzionato da elettroshock".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.