C'è tutta Sofia in una "goggiata" sfortunata

C'è tutta Sofia in una "goggiata" sfortunata

Sofia Goggia e la maledetta Garmisch. Sofia Goggia e la maledetta voglia di correre, sempre e dovunque. Maledetta Garmisch, perché sulla pista tedesca l'olimpionica si era già fratturata un braccio l'anno scorso, cadendo in superG. Maledetta voglia di correre perché Sofia è fatta così, è una che non andrebbe mai piano, nemmeno in ascensore, se potesse. Che bisogno c'era, ci chiediamo e si chiedono in molti, di scendere di corsa anche da quella pista da turisti, in mezzo alla nebbia che aveva già costretto ad annullare il superG, soprattutto su una neve mezza marcia che l'ha tradita a tal punto da farla volare in modo scomposto. Tanto da farle perdere addirittura il caschetto, che di solito non si sgancia nemmeno quando si cade in gara. «Le cose vanno come devono andare per destino, coincidenze e scelte ha scritto ieri Sofia sui social -. Voglio pensare che nulla, nulla accada mai per caso e che tutto contribuisca al compimento del disegno di ognuno di noi: è sempre stato così, e lo sarà ancora. Mi sento a pezzi, ma cerco di ripartire. Per continuare imperterrita nel percorso. Ci vuole coraggio, e ora è necessario metterlo in campo».

Destino, sì. Ma ci chiediamo come mai su almeno un centinaio di persone che saranno scese da quella pista secondaria, tra atleti, tecnici e addetti ai lavori, solo Sofia sia finita nella neve. Coincidenze, sì, ma magari anche un po' di leggerezza nelle scelte visto che le cita - per una super atleta come lei, per una regina dello sci che stava infilando un'altra stagione stupenda e che avremmo atteso al grande appuntamento mondiale di Cortina, sulle nevi di casa, come la punta di diamante della nostra squadra. In questo sport l'agguato è sempre dietro l'angolo. Non solo in gara, purtroppo. Però questa è anche l'altra faccia di Sofia, perché probabilmente senza questa sfrontatezza, senza questa voglia di aggredire la vita a tutta velocità, non sarebbe lei. Perché per ottenere quelle vittorie in discesa come le sa centrare lei, tutta forza e rischio, serve proprio questo. Senza quel pizzico di incoscienza non avremmo nemmeno questa splendida campionessa.

Per fortuna, almeno, si tratta solo di una frattura composta, nessun interessamento dei legamenti che sarebbe stata la cosa più grave. Quarantacinque giorni di stop e poi di nuovo a buttarsi giù per le piste (speriamo solo quelle da gara) come lei sola sa fare.

Certo, purtroppo resterà a guardare alla tv quello che doveva essere il suo Mondiale, ma c'è una squadra che scierà anche per lei. Noi possiamo chiederle solo un favore: cara Sofia, la prossima volta si faccia dare un passaggio in motoslitta. O scenda a piedi

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