Caccia al duecentesimo oro

Zublasing (tiro), Nibali ( ciclismo) e Fiamingo (spada) cercano la vittoria record

Caccia al duecentesimo oro

nostro inviato a Rio de Janeiro

Un'altoatesina, due siciliani e un toscano fuori concorso. È il trio (più uno) che oggi andrà a caccia del «mio tessoro...» per dirla con Gollum e il Signore degli Anelli. Perché la medaglia d'oro numero duecento per l'Italia olimpica fa gola a tutti e quattro. Alla ragazza nordica che scenderà in campo nella carabina 10 metri, tiro a segno, Petra Zublasing, schietta, chiacchierona, «cattiva e istintiva» a sentire il suo fidanzato Niccolò Campriani. Una medaglia sogno di una vita per questa 27enne che quattro anni fa a Londra se ne stava mogia mogia appoggiata a una ringhiera pensando che la sua gara era andata così così e felice felice per Niccolò campione olimpico di cui si era, seduta stante, inventata addetta stampa. Quel giorno con la voce teutonica delle sue terre aveva detto: «Qui non ce l'ho fatta, peccato, ma vedrete fra quattro anni...». Nell'attesa, abbiamo visto che intanto si è laureata campionessa del mondo. E nella carabina 50 metri è in forma smagliante... Per cui avrà doppia occasione.

La medagliona a due zeri interessa tanto e tantissimo a Vincenzo Nibali. In pratica il siciliano ha programmato il 2016 su due eventi: Giro e medaglia. Per riuscirci ha dovuto persino ingoiare le critiche per il Tour sotto tono appena concluso e sentirsi accusato, in occasione della penultima tappa del Tour, in Savoia, a Morzine, di non osare più come una volta. Quel giorno in molti, quando Izaguirre beffò sia lui che Pantano, tuonarono «eh, vabbè, ma Vincenzo non sa più correre veloce in discesa?». E vabbè, verrebbe da dire: ma in discesa è pericoloso, in discesa ci si può far male, in discesa, se per mesi hai programmato la sfida olimpica, mica spingi se mancano pochi giorni all'olimpiade. Più o meno il concetto espresso dal suo allenatore, Paolo Slongo. «Quante critiche abbiamo ricevuto per il suo stato di forma in Francia, invece era tutto calcolato per stare al massimo qui... e Vincenzo sta al massimo». E si giocherà tutto in discesa. Peccato solo che la vigilia dei cinque azzurri (oltre a Vincenzo, Aru, De Marchi, Rosa e Caruso) sia stata disturbata del giallo dei mancati controlli di Diego Rosa (di cui leggete a parte). Si vedrà, si saprà.

Dal campione messinese alla catanese è questione di pochi chilometri. Rossella Fiamingo, due volte di fila campionessa del mondo nella spada, cerca il proprio «tesssoro» ma intanto vorrebbe infilzare chiunque glielo ricordi. Se già pesa la medaglia, se già inquieta la caccia all'oro, figuriamoci sentirsi il peso del numero tondo che piace tanto a tutti i notabili del nostro sport. «Era un discorso che avevo messo da parte- butta lì - ora che ne riparlate, ecco mi date ulteriore pressione». Per cui meglio zittirsi e non domandare e non fiatare e lasciarla tirare e attaccare e infilzare.

Anche se oggi Petra che spara, Vincenzo che pedala, Rossella che tira di scherma, colui a cui vorrebbero sparare, colui su cui vorrebbero pedalare, colui che vorrebbero infilzare è il quarto cercatore del «mio tesssoro». Quello toscano. Il premier Matteo Renzi.

Ai ragazzi ha detto cosa leggera leggera: «Non vorrei mettere pressione agli atleti, ma verrò a vedere spada e tiro a segno... e a chi volesse vincere la medaglia d'oro numero 200 aggiungo che è rimasto poco tempo: io rientro in Italia sabato sera». Che tesssoro...

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