Paradosso Cairo. Che oggi, nel giorno in cui il Toro ospiterà il Napoli capolista, eguaglierà Orfeo Pianelli come presidente più longevo del Toro: 7030 giorni. Da domani, insomma, il patron granata supererà colui il quale aveva regnato' dal 1963 al 1982, regalando alla piazza lo scudetto 1976, un paio di Coppe Italia e la capacità di guardare le grandi del campionato dritte negli occhi.
Amatissimo, Pianelli: contestatissimo, Cairo. Il quale nei giorni scorsi ha aperto alla possibilità di cedere la società «a qualcuno più ricco di me. Non voglio restare a forza, i ventenni finiscono per tutti». Si vedrà nei prossimi mesi, sempre che non si tratti dell'ennesimo bluff da parte di chi nel corso degli anni senza nemmeno essere il motore principale della rinascita del glorioso stadio Filadelfia, tanto per dire - ha promesso enne volte che non avrebbe venduto i giocatori migliori salvo poi cedere al primo offerente o quasi. Il paradosso è insomma evidente: nel giorno che, con altre premesse, avrebbe potuto essere una festa perché nessuno da domani avrà trascorso più tempo di lui sulla plancia di comando del club granata, Cairo sarà di nuovo invitato ad andarsene: non è nemmeno scontato che si palesi allo stadio, dove ultimamente si è visto sempre meno e per ovvi motivi.
Si va insomma verso una giornata a dir poco strana, mentre la squadra allenata da Vanoli arranca pericolosamente rischiando di essere coinvolta nella lotta per non retrocedere. Dall'altro lato, niente meno che il Napoli capolista di Antonio Conte: i due Vanoli e Conte, appunto hanno anche lavorato insieme sia in Nazionale che poi al Chelsea e all'Inter, stimandosi reciprocamente fino a quando l'attuale tecnico del Toro ha deciso di accettare l'offerta dello Spartak Mosca, con cui ha vinto la Coppa di Russia.
Poi il Venezia (promosso in A) e, appunto, il Toro: dove le cose erano anche cominciate bene, salvo poi complicarsi maledettamente a causa di infortuni (Zapata su tutti) e di una rosa certamente incompleta e poco qualitativa.
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