L'antico santone Arsene Wenger non vuol saperne di questo calcio figlio del millimetro e del Var ad ogni costo. Non ha torto. La bellezza del pallone rischia di esser imprigionata in catene che non le appartengono. Si può spiegare anche così l'idea, apprezzata dalla Fifa, di tornare ad un fuorigioco più umano e più rispettoso della realtà del gioco piuttosto che aggrappato ai millimetri fra l'essere e il non essere. Nel calcio non è questo il problema. Meglio preoccuparsi di tecnica e talento, preparazione fisica e spirito di sportività. Wenger ha proposto di rivedere l'essenza del fuorigioco non definendolo tale finché ci sia almeno una parte del corpo dell'attaccante ancora in linea con il corpo del penultimo difensore. La posizione di offside verrà decretata solo quando tutto il corpo del giocatore si troverà aldilà di una linea immaginaria. Insomma non saranno più gli alluci dei calciatori a decidere se una azione è regolare oppure no. E chissà mai che anche i guardalinee non tornino ad essere più attivi rispetto ad un evitarsi responsabilità contando sull'occhio del Var. L'associazione internazionale ha autorizzato test per procedere in seguito, febbraio 2025, alla modifica ufficiale. In realtà la sperimentazione è già cominciata in tornei giovanili e, secondo uno studio della Premier league, con questo sistema si dimezzerebbero le chiamate per fuorigioco. Wenger, amante del calcio estetico e responsabile dello sviluppo mondiale del calcio per la Fifa, così facendo vuol dare un calcio al modello strategico difensivo basato sul fuorigioco sistematico. Ne godrebbero vantaggio lo spettacolo proposto dagli attaccanti e le occasioni-gol. Gli artisti del fuorigioco millimetrico, diciamo un Pippo Inzaghi ancien regime, non ringrazieranno.
Però è vero che questo pallone, ormai figlio del Var e di tutte le astuzie possibili, ritroverebbe un po' di aria in ogni senso: lo spiraglio di luce per regalare qualche emozione in più e qualche delusione in meno. Perfino gli arbitri ne uscirebbero meglio aguzzando gli occhi.
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