Il Covid è finito, almeno per il tennis anche se non del tutto. Perché il caso vuole che nello stesso giorno, per motivi seppur diversi, si trovino a festeggiare Novak Djokovic e Camila Giorgi (foto), due che sono finiti nella lista di proscrizione per motivi no-vax e che ne sono usciti con la caparbietà che li accomuna. Camila vincendo il suo quarto torneo in carriera a Merida (in finale contro la svedese Peterson), respingendo con le sue solite mezze parole i perché fosse stata trovata nella lista della dottoressa che vaccinava per finta i suoi pazienti. Novak invece per qualcosa di più grande: l'essere il numero uno dei numeri uno, dopo aver superato il record di Steffi Graf con le sue 378 settimane complessive in cima al ranking. Sette anni ed oltre, un'eternità che spiega che non ci sarà alcun record che potrà resistere alla sua totale dedizione per questo gioco. Alla sua totale certezza di aver sempre ragione, in campo e fuori. Il Covid è finito insomma, nel mondo delle racchette, anche se c'è chi resiste, ovvero i tornei americani a cui Djokovic ancora non può accedere, visto che negli Usa l'obbligo di vaccino è ancora più forte di lui. E mentre Camila conta i punti che potrà recuperare da qui al Roland Garros (dove ne avrà molti da difendere), Novak comunque si consola tornando in campo a Dubai dopo il fantomatico infortunio che non gli ha però impedito di trionfare agli Australian Open: Di solito non spreco energie per rispondere ha detto alla vigilia -, ma ora sono stufo.
Ho capito che ci sarà sempre qualcuno a cui non piacerò, a cui non piacerà il mio tennis e come mi comporto nella vita privata. Ci sarà sempre chi giudicherà. E mentre le epidemie - ad un certo punto - passano, questo per lui resta una certezza. Senza vaccini per superarlo.
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