Capolavoro Atalanta. Una finale tira l'altra

La squadra di Gasperini domina il ritorno con il Marsiglia. Lookman e Ruggeri in gol

Capolavoro Atalanta. Una finale tira l'altra
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Poco più di 13 anni per andare dalla serie B alla finale di Europa League: sarebbe un record per una provinciale, se ancora l'Atalanta fosse di quella categoria dall'etichetta un po' snob appiccicata da chi pensa che il calcio non cambi mai. La costruzione di una grande squadra, invece, è sotto gli occhi di tutti nel Continente del pallone. E il suo artefice, in quella osmosi unica con la famiglia Percassi, è quell'allenatore che oggi solletica perfino un'esigente come De Laurentiis. Il quale giusto ieri ha dichiarato di gradire assai il gioco di Gian Piero Gasperini: «L'Atalanta mi diverte sempre». Non è ancora tempo però di (fanta) mercato, e soprattutto uno come lui adesso bisogna meritarselo.

Perché ci vuole il coraggio dei più forti per schierare il tridente nella partita che fa la storia: l'Olimpique Marsiglia è una squadra che l'Europa la frequenta da tempo, eppure davanti ai dribbling di De Ketelaere, alle fughe in avanti di Lookman e alle sportellate di Scamacca, il francese diventa incomprensibile. Dietro di loro, poi, è un concerto di precisione, ed allora ecco che nel primo tempo l'OM ci capisce nulla, anche perché lo spauracchio Aubameyang viene cancellato da Hien, mentre Ederson e Koopmeiners chiudono il centrocampo a chiave. Succede allora che la partita la fa l'Atalanta, e che la traversa in mischia di Scamacca è solo il prologo del vantaggio meritato: tocca a Lookman confondere tre difensori al prezzo di uno, e la deviazione di Gigol sul suo tiro dal limite è il premio per lui e per tutti. È Marsiglia pallido dunque, che rischia di crollare un paio di volte e che potrebbe rianimarsi ad inizio ripresa se, nell'unico buco atalantino, Ndiaye non mettesse fuori un pallonetto impossibile da sbagliare.

Ma è lì che Gasp vive la sua apoteosi: Matteo Ruggeri, 21 anni, uno delle sue invenzioni, scambia con Lookman e la infila nell'angolino da fenomeno. Il resto è accademia (traversa di Veretout e gol trionfo di Tourè compresi), l'impresa è fatta, partono i fuochi d'artificio, Dublino è nerazzurra. Abbinamento cromatico, d'altronde, che quest'anno va di moda.

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