Il caso Leao è da ricchi e poveri di spirito

Tutta colpa dei Ricchi e Poveri. Sì proprio loro, che cantavano Sarà perché ti amo. Stringimi forte e stammi più vicino faceva il ritornello

Il caso Leao è da ricchi e poveri di spirito
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Tutta colpa dei Ricchi e Poveri. Sì proprio loro, che cantavano Sarà perché ti amo. Stringimi forte e stammi più vicino faceva il ritornello. Poi il mondo antiJuve ha creato l'aggiuntina e chi non salta è un gobbo juventino.... Niente di male, un po' di goliardia: suvvia. Però dalle parti della Figc non l'hanno presa bene: eppure ci sarebbe altro cui pensare. Capita infatti che, sul pullman del Milan di ritorno da Roma, Leao intoni il coro e altri con lui: giocatori stranieri che, magari, non capiscono appieno le parole. Il filmato, girato dal cellulare del portoghese, viene postato su Instagram e diventa virale, secondo moda delle fesserie. Da qui si scatenano i dubbi del procuratore federale Giuseppe Chinè. Ed ecco l'inchiesta per accertare l'eventuale violazione dei canoni di lealtà, probità, correttezza e individuarne i responsabili. Verrebbe da pensare: siamo diventati matti, più poveri di spirito che ricchi. È pur vero che i calciatori conoscono più il peso dei soldi che quello delle parole, ma la goliardia è goliardia ovunque e il senso dello sport (lealtà e simili paroloni) va pescato in altri atteggiamenti. Fra l'altro Filippo Tortu, gobbo doc come si definisce, smontò uguale accusa, in giugno, quando dagli altoparlanti dello stadio di Chorzow, durante la coppa Europa di atletica, fu trasmesso lo stesso brano, appunto in versione riveduta, per un errore dell'organizzazione, non proprio un covo antijuventino. Qualcuno si scandalizzò. Filippo invitò, intelligentemente, a sorriderne.

Chissà, forse al giudice Chinè, che ben conosce il mestiere, è rimasta nella testa la polemica che lo riguardò quando, sul caso plusvalenze, disse: «La Juve deve finire dietro alla Roma». La frase non fu apprezzata. Magari verba volant, ma la voglia di lavare i dubbi è rimasta.

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