"Fu lui a fare tutto". La frase di Agnelli che inguaia la Juve

''Il calciatore del Barcellona si propose con un sms. Fece tutto il dg Paratici'' lo ha dichiarato il presidente della Juve nella testimonianza del gennaio scorso

"Fu lui a fare tutto". La frase di Agnelli che inguaia la Juve

"Tutta la trattativa l'ha gestita Paratici. Su Suarez il nostro vicepresidente Pavel Nedved mi disse che il calciatore del Barcellona si era proposto, con un sms, per un ingaggio alla Juventus'' sono le parole di Andrea Agnelli, rilasciate agli inquirenti durante la testimonianza del 26 gennaio scorso.

Un sms per proporsi alla Juventus . È così che ha avuto inizio la trattativa tra Luis Suarez e la Juve decollata e poi interrotta bruscamente nell'estate scorsa quando i bianconeri decisero di virare su Morata e il Pistolero lasciò il Barcellona per andare all'Atletico Madrid. L'operazione di mercato poi fallita ha avuto una coda giudiziaria, legata all'esame per ottenere la certificazione di italiano da parte del calciatore. Il documento gli avrebbe permesso di prendere la cittadinanza nazionale, acquisire lo status di comunitario e poter essere inserito nella rosa di una squadra (in quel caso la Juventus) senza riempire la casella già occupata da altri giocatori.

Il caso

La procura, sulla base delle indagini svolte dalla Guardia di Finanza, ha chiuso le indagini nei confronti della professoressa Stefania Spina, della ex rettrice Giuliana Grego Bolli e del direttore dell’Università per gli stranieri di Perugia Simone Olivieri contestando il falso e la rivelazione di segreto. Il reato di falso è stato contestato all’avvocatessa della Juventus Maria Turco. Paratici e l’avvocato Luigi Chiappero sono invece indagati per false informazioni al pubblico ministero. Tra gli atti in possesso dei magistrati su quanto accadde nelle settimane precedenti e nel giorno dell'esame all'Università per Stranieri di Perugia c'è anche il verbale sulla testimonianza del numero uno bianconero che risale al 26 gennaio scorso.

La testimonianza di Agnelli

La vicenda Suarez ''è stata gestita interamente dal direttore sportivo Fabio Paratici''. Così il 26 gennaio scorso, davanti al procuratore di Perugia Raffaele Cantone e ai pubblici ministeri che indagano sull’esame sostenuto per ottenere la cittadinanza italiana, il presidente della Juve nega di aver mai avuto un ruolo nella trattativa: ''Paratici ha ampia delega nei limiti del budget assegnato. A lui compete la scelta in relazione all’ingaggio dei calciatori. Naturalmente mi informa in modo occasionale e casuale''.

Poi aggiunge un altro particolare importante: ''Per quanto attiene a Suarez ricordo che durante un pranzo svolto mi pare a fine agosto Pavel Nevdev, il vice presidente, mi disse che il calciatore del Barcellona si era proposto con un sms, per un ingaggio alla Juventus. In quel periodo erano in piedi trattative per Dzeko, Milik, Cavani e Morata che poi è stato acquistato, oltre all’ipotesi relativa a Suarez. All’inizio di settembre fui informato che l’ingaggio di Suarez era di difficile realizzazione perché era risultato che non aveva la cittadinanza comunitaria''.

A quel punto i magistrati contestano al presidente di aver ricevuto mail con la proposta contrattuale per Suarez, ma anche in questo caso Agnelli nega: ''Non ricordo la mail tuttavia non mi occupo delle condizioni contrattuali''. Subito dopo fa un controllo e deve ammettere di averla ricevuta: ''Lombardo (l'ex General Secretary ndr) mi fece presente di aver formulato la richiesta di tesseramento per verificare se si potesse inserire un calciatore nelle liste Champions anche successivamente alla scadenza fissata per i primi di ottobre. Tale parere costituisce prova secondo me del fatto che il 14 settembre era già chiaro che Suarez non poteva essere tesserato in tempo''.

Sulla vicenda relativa all’esame di italiano ammette di essere stato informato ''dai giornali e ricordo che chiamai il calciatore in un’unica occasione per ringraziarlo di essersi proposto nutrendo stima nelle capacità sportive del calciatore e ritenendo che la sua proposta fosse ragione di orgoglio per la nostra società''.

E sulle richieste di intervento dell’allora ministra Paola De Micheli sollecitate dallo staff bianconero dice: ''Non mi ha sorpreso perché sono a conoscenza dei rapporti personali tra De Micheli e Paratici e trattandosi di una richiesta di informazioni sull’ufficio da contattare non mi è parso ci fosse nulla di strano''.

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