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Charles, la forza di sconfiggere anche i giorni maledetti

Charles, la forza di sconfiggere anche i giorni maledetti

Il sogno di un giovane uomo si è realizzato in un week end da incubo. «Difficile gioire in un giorno simile» ha detto Charles via radio, pensando all'amico Anthony Hubert, morto sabato. Difficile gioire ha ribadito un attimo dopo, appena tagliato il traguardo, con quel gesto pudico, timido, quel cenno di mano in segno di vittoria. Mano che fin da bambino aveva sognato di sventolare senza ritegno al suo primo successo in F1. Difficile gioire, ha sottolineato una volta di più Charles non appena slacciate le cinture e montato sulla sua Rossa, indicando il cielo. Perché questa vittoria è per te, Tonio. Riposa in pace, ha detto e scritto sulla sua Ferrari. È una vita tormentata quella che accompagna questo giovane uomo. Perché agli altri piloti, a tutti gli altri, dai Vettel agli Hamilton agli Alonso, il dio dei motori ha messo di fronte obiettivi e asticelle da superare. A Charles no. A lui, da sempre, pone innanzi giorni maledetti da affrontare. La differenza è enorme. Anche per questo il mondo si è subito innamorato di questo ragazzo duro e freddo in pista quanto delicato, schietto e gentile nei modi, una volta svestiti i panni del pilota. Era un adolescente che sognava la F1 Charles quando, nel 2014, guardando in tv il Gran premio del Giappone, vide l'amico fraterno, il fratello maggiore, il maestro sulle piste di go kart, Jules Bianchi, finire sotto una gru entrata in pista a Suzuka per spostare una monoposto. Lo sfortunato francese sarebbe morto pochi mesi dopo per le ferite riportate e senza mai più risvegliarsi. La F1 da raggiungere era un sogno che già si trasformava in incubo per il giovane Leclerc. Ma non rinunciò.

Era al primo anno di Formula 2 Charles, era il 2017 quando, pochi giorni dopo la morte del padre Hervé, sempre presente al suo fianco fin dal debutto sui kart, andò da solo a Baku e fece pole, giro veloce e vittoria allungando nel campionato che poi avrebbe vinto. Quel Je t'aime papà scritto sul casco commosse tutti. Anche quello un giorno da sogno sprofondato in giorni da incubo. Difficile gioire. Difficile.

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