Uno choc per il calcio. La Bosman 2.0 rivoluziona il mercato

Dopo 10 anni la sentenza su Diarra: si può rescindere il contratto senza giusta causa

Uno choc per il calcio. La Bosman 2.0 rivoluziona il mercato
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Qualcuno l'ha già definita una sorta di terremoto, con effetti simili alla sentenza Bosman del dicembre 1995. L'avvocato belga Dupont, che difese il suo connazionale circa 30 anni fa, l'ha già definita una «vittoria totale e una Bosman 2.0». Di sicuro è una decisione che potrebbe in futuro rivoluzionare il mondo del calcio.

Era attesa da dieci anni e alla fine la sentenza sul caso Diarra, pronunciata dalla Corte di Giustizia dell'Unione Europea, ha stabilito che alcune norme della Fifa che regolano i trasferimenti dei calciatori possono entrare in conflitto con la legislazione dell'Unione Europea relativa alla concorrenza e alla libertà di circolazione.

Cosa era successo? L'ex nazionale francese Lassana Diarra, centrocampista tra gli altri di Real Madrid e Psg, aveva contestato le norme Fifa a seguito di una disputa con la Lokomotiv Mosca con cui aveva firmato nel 2013 un contratto triennale, accordo che venne rescisso l'anno dopo visto che il calciatore non era soddisfatto dei presunti tagli salariali. Per il club russo, il giocatore aveva tradito l'accordo senza «giusta causa» e doveva pagare 20 milioni di euro, in solidarietà con i futuri suoi club, come richiesto alla Camera di risoluzione dei litigi della Fifa e al Tas. Diarra, che non aveva potuto firmare con lo Chaleroi (e la federazione belga aveva negato il certificato internazionale di trasferimento perchè pendeva una controversia sulla risoluzione di un contratto di lavoro, ndr), ha sollevato la questione davanti ai giudici della Corte europea che gli hanno dato ragione.

Per la Corte, infatti, il regolamento Fifa che impone il pagamento solidale da parte di un altro club è considerato «sproporzionato» e il divieto di registrare così un nuovo giocatore svincolatosi unilateralmente «non regolamentare». Potenzialmente, qualsiasi giocatore potrebbe avere la possibilità di lasciare una squadra senza dover compensare il club di iniziale appartenenza per il resto degli anni previsti dal contratto, non obbligandolo a restare fino a scadenza, anche in assenza di contropartite da altre società.

La Corte europea non risolverà le singole controversie nazionali, ma «spetterà al giudice nazionale risolvere la causa conformemente alla decisione della Corte». La risposta della Fifa non si è fatta attendere: «Preso atto della sentenza, c'è soddisfazione perchè la legalità dei principi chiave del sistema dei trasferimenti è stata riconfermata. La sentenza mette in discussione solo due paragrafi di due articoli del Regolamento Fifa sullo status e il trasferimento dei giocatori, che il tribunale nazionale è ora invitato a considerare.

La Fifa analizzerà la decisione in coordinamento con le altre parti interessate prima di commentare ulteriormente». «Ora cambierà il panorama del calcio professionistico», così il sindacato mondiale dei giocatori FifPro che aveva sostenuto la causa di Diarra.

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