Monsieur Roubaix era fino alla vigilia di Pasqua il belga Roger De Vlaeminck. Ora un altro belga quanto meno lo affianca: si tratta di Tom Boonen, compatriota fiammingo capace di fare poker come lui a Roubaix, ma soprattutto redivivo dominatore delle grandi classiche, dopo un paio di stagioni che erano servite a darlo per perso.
Nella Pasqua di dolori e fatiche del tremendo pavè francese, Boonen ha dominato alla maniera più semplice: attacco a più di cinquanta chilometri dal traguardo e travolgente cavalcata solitaria, contro vento e contro logica. Ma la sua condizione attuale gli permette qualunque azzardo: a dimostrarlo un ciclo di vittorie storico e incredibile, iniziato ad Harelbecke, continuato nella Gand-Wevelgem, proseguito al Giro delle Fiandre e ora sublimato con la Parigi-Roubaix. Praticamente percorso netto: da tre settimane Boonen vince tutto quello che trova sotto le sue ruote.
Di fronte a un simile avverasrio, l'Italia derelitta di quest'epoca nelle corse in linea può solo accontentarsi di un discreto Ballan, terzo nel Fiandre e ancora terzo a Roubaix. L'ottimo Pozzato del Fiandre evapora subito, come tanter altre volte, nel giorno della conferma a Roubaix, perdendosi in un infantile gioco d'attesa quando Boonen assesta l'attacco decisivo.
Per noi, una condanna che sembra eterna: si allunga sempre di più il digiuno nelle classiche, con l'ultima vittoria che risale all'ottobre 2008 (Cunego, Lombardia).
Ora ci resta un solo colpo in canna: la Liegi-Bastogne-Liegi di domenica 22 aprile. Fallissimo ancora, bisognerebbe poi aspettare di nuovo il finale di stagione per tentare nel Giro di Lombardia. Non una bella prospettiva.
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