Nervi tesi. Inevitabilmente. Perché la Juventus che in campionato pareggia dieci partite su sedici e che raggiunge il Venezia ultimo in classifica soltanto su rigore in pieno recupero non può soddisfare né essere soddisfatta: la classifica piange, il bel gioco non c'è e, insomma, la sensazione è che Thiago Motta abbia perso il filo del discorso.
Parallelamente, il credito che aveva accompagnato il tecnico al suo arrivo a Torino è sostanzialmente terminato agli occhi dei tifosi: vero che in Champions la situazione è del tutto sotto controllo, però non può bastare. Perché va detto con realismo che i bianconeri ben difficilmente potranno vincere la competizione, così che per i conti societari e il blasone che la Signora si porta dietro diventa fondamentale arrivare tra le prime quattro del campionato: il che, almeno oggi, appare tutt'altro che scontato. Come confermano anche le statistiche Opta, solamente due squadre, dopo aver pareggiato almeno 10 delle prime 16 partite di campionato, hanno poi chiuso nei primi 5 posti della classifica finale.
Aspettando quel che sarà, la spia rossa dell'emergenza si è comunque ormai accesa: dei nove incontri disputati in campionato allo Stadium, solo tre sono stati vinti dai bianconeri contro Como, Torino e Lazio a fronte dei pareggi non solo contro Napoli e Roma, ma soprattutto al cospetto di Cagliari, Parma, Bologna e infine Venezia.
Imporre il proprio gioco e la propria personalità contro le piccole pare diventato ostacolo insormontabile, il che ha fatto saltare i nervi a parecchi tifosi. E anche a Vlahovic, protagonista di un acceso diverbio con parte della curva Sud c'è chi dice con un solo tifoso, almeno inizialmente al termine della gara contro il Venezia.
Ieri il serbo è tornato sull'argomento pubblicando una storia sul proprio profilo Instagram: «Capisco il rammarico per gli ultimi risultati questo il testo - e avete tutto il diritto di manifestarlo, vi ho sempre rispettati dando tutto per la maglia e vi ringrazio per il supporto che ci date quotidianamente. Ora è importante continuare a sostenere la squadra e ripartire UNITI tutti insieme #finoallafine».
Parole che potrebbero bastare ma anche no - per ricucire uno strappo clamoroso che potrebbe avere anche ripercussioni sul rinnovo del contratto in scadenza nel 2026: i 12 milioni annui attualmente percepiti diventano a maggior ragione troppi in un'atmosfera per nulla serena. Motivo per cui, anche in questo caso e in attesa di verificare come il numero 9 sarà accolto domani sera nel match di Coppa Italia contro il Cagliari, tutto potrebbe accadere.
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