Guerra aperta delle toghe contro la riforma Nordio

L'assemblea dell'Anm: "L'esecutivo vuole indebolire la magistratura". Pronti scioperi e comitati referendari

Guerra aperta delle toghe contro la riforma Nordio
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«Noi magistrati sappiamo governarci da soli, non deve liberarci da nessuno. Di paternalismo non avvertiamo il bisogno». Il presidente dell'Anm Giuseppe Santalucia replica all'intervento ad Atreju di Meloni, rivolgendosi con toni accesi all'affollatissima assemblea nell'aula magna della Cassazione, che all'unanimità decide l'«immediata mobilitazione» contro la riforma sulla separazione delle carriere, «uno strappo alla Costituzione», la proclamazione di una o più giornate di sciopero, la creazione di un comitato referendario e una manifestazione nazionale.

Per Santalucia proprio la partecipazione, soprattutto di giovani, a questa quarta riunione straordinaria negli ultimi due anni e mezzo, «è la prova che l'associazionismo è vitale e che abbiamo bisogno soltanto che il governo faccia la sua parte nella giustizia, sia in termini di risorse che di attenzione agli uffici». Circa 700 sono i presenti, con 2 mila deleghe. Per l'Anm la magistratura è «pesantemente attaccata» dal governo ed è pronta a difendere le singole toghe come ad impegnarsi direttamente in una futura campagna referendaria per impedire che giudici e pm abbiano carriere separate. Il numero uno del sindacato dei magistrati è alla fine del suo mandato (a gennaio sarà eletto il nuovo vertice) ma consegna ai successori un'associazione battagliera, che ricorda l'epoca berlusconiana.

Come il giorno prima, sul palco di Atreju dove si è confrontato con il Guardasigilli, sostiene che l'obiettivo della riforma «è la frammentazione e l'indebolimento sia del Csm che della magistratura» e suggerisce al collega prestato alla politica Carlo Nordio di avere «rispetto della funzione del magistrato, pur quando i giudici adottano provvedimenti sgraditi». Critica il divieto di pubblicazione integrale delle ordinanze per i giornalisti, «un rischio, anche se non tecnicamente un bavaglio». La speranza è che arrivi il referendum sulla separazione delle carriere: «Siamo qui per cercare di trovare i mezzi con cui comunicare all'esterno gli argomenti contrari». Il cartello delle correnti di sinistra Area vorrebbe che l'Anm fosse direttamente promotrice di comitati referendari per sostenere il «No» a tutte e tre le modifiche previste dal ddl Nordio (separazione carriere, doppio Csm e Alta Corte disciplinare), ma la mozione finale prevede l'istituzione di un comitato operativo «a difesa della Costituzione aperto all'avvocatura, all'università, alla società civile, indipendente da ogni ingerenza politica, anche in vista di una possibile consultazione referendaria». Il referendum si trasformerà in un sondaggio sul gradimento da un lato sul governo e dall'altro sulle toghe.

Ecco perché l'Anm si prepara ad uno scontro duro, convinta che la riforma punti all'assoggettamento politico del pm. La vicepresidente dell'Anm Alessandra Maddalena invita «i magistrati a rimboccarsi le maniche e a schierarsi, tutti, c'è qualcosa di troppo grande in gioco».

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