Ci mancavano i trattori promessi al papà di Moise Kean, ma non ancora consegnati. La Juventus viaggia al ritmo di un caso al giorno. Trattamento riservato a chi domina da anni, perché chi vince dà fastidio, ma è come se la società bianconera in questo momento avesse un chip attira guai incorporato: dal caso biglietti all'inchiesta della Fifa su Pogba, dalla bufera sull'intervallo di Cardiff all'addio di Dani Alves fino alle accuse di scorrettezza sul mercato firmate Lotito. Come se a volte sia la stessa Signora a mostrare il fianco alle polemiche. Fa scuola il caso del dottor Agricola il cui ritorno sarebbe imminente come direttore sanitario del JMedical, dopo che il suo nome era salito alla ribalta nel controverso processo per doping. Se si dovesse concretizzare, anche solo per una questione di opportunità, sarebbe stato meglio agire diversamente.
E poi ci sono le inchieste che fanno da sfondo al tribolato 2017 bianconero. A partire da quella sui presunti infiltrati della 'ndrangheta nella curva della Juventus per la vendita dei biglietti dell'Allianz Stadium. La magistratura ordinaria non ha mai indagato i dirigenti bianconeri, ma la vicenda è arrivata fino alla commissione Antimafia, con tanto di audizione di Andrea Agnelli, e alla procura federale con il processo sportivo rinviato a settembre: il presidente della Juventus potrebbe anche rischiare una squalifica.
Oggetto di inchiesta, ma da parte della Fifa, anche il clamoroso trasferimento di Pogba al Manchester United. Al club campione d'Italia e a Raiola viene contestata una possibile violazione delle norme sulle terze parti. Nel mirino c'è la maxi commissione pagata all'agente. Le possibili sanzioni arriverebbero fino al blocco della prossima finestra del mercato. Nella casistica un tale provvedimento è stato preso solo per un club che aveva molteplici accordi con un fondo. Dalla società bianconera filtra ottimismo, confermato dallo stesso Marotta: «Parliamo di un trasferimento dai numeri elevatissimi, quindi è normale che ci fosse un'indagine. La Juve ha agito nel pieno rispetto delle norme fiscali e tributarie, rispondendo agli interrogativi della Fifa. Siamo fiduciosi che non ci sia nessun provvedimento disciplinare».
L'amministratore delegato si è poi soffermato sul futuro mercato, confermando l'addio a Dani Alves: «Non c'è stata alcuna rottura, ma la motivazione è fondamentale per un calciatore. Faremo una risoluzione consensuale augurandogli ogni fortuna». Il brasiliano, oltre a complicare i piani, può essere l'inizio di una diaspora. A stretto giro potrebbe seguirlo il connazionale Alex Sandro e Marotta non smentisce la possibilità: «Un'offerta consistente ci è arrivata (50 e passa milioni dal Chelsea, ndr). Non abbiamo intenzione di cedere nessuno, ma tenere un giocatore controvoglia non è utile. Speriamo che nessuno vada via». Vale anche per Leonardo Bonucci indicato come attore protagonista nell'incandescente intervallo di Cardiff, Marotta a proposito del quale ha ribadito: «Ero nello spogliatoio, non è successo nulla».
Dalle acque agitate a quelle da muovere sul fronte acquisti, a partire da Douglas Costa: «Saremo un pochino più concreti nelle prossime settimane». Tutto tace sul fronte Keita dopo le accuse di Lotito di aver contattato il giocatore senza il permesso del club. Pratica che in passato è già stata rinfacciata da altre società (la Fiorentina per Neto). Ma alla fine si torna sempre al tormentone Donnarumma: «Mi auguro che alla fine si arrivi a una conclusione per una sua naturale crescita e per l'identificazione di un grande talento.
Il suo è un caso analogo a quello di Kean, a causa delle norme penalizzanti per le società che creano un settore giovanile con la speranza di creare un patrimonio del domani. Abbiamo parlato con la famiglia di Kean, sono ottimista». Trattori permettendo.
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