Le comiche a Sassuolo. E la Signora perde la testa

La Juve voleva la vetta, Berardi & C. la umiliano. Gatti regala il folle autogol del 4-2. Allegri: «Tutti distratti»

Le comiche a Sassuolo. E la Signora perde la testa
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Quattro gol in casa del Sassuolo Allegri li aveva subiti nel gennaio 2014, quando guidava il Milan: match perso 4-3 (poker di Berardi) e successivo esonero. Ieri, guidando la Juventus, il tecnico livornese ha incassato altre quattro reti vedendo la sua squadra segnarne due: non sarà cacciato, ma intanto i bianconeri sono tornati sulla terra. Niente primo posto in classifica e, anzi, un deciso passo indietro sotto tutti i punti di vista. Buon per il Sassuolo, che non si è mai accontentato né si è perso d'animo quado è stato raggiunto dopo essere andato in vantaggio. Pomeriggio insomma del tutto storto per la Signora, con Szczesny gravemente colpevole sul primo e sul terzo gol (reti di Lauriente e Pinamonti): in pieno recupero, poi, l'incredibile autogol di Gatti sul quale la Gialappa's Band potrebbe costruire un'intera trasmissione televisiva.

Allegri conferma gli stessi undici della settimana scorsa per la prima volta dopo 112 partite: Chiesa e Vlahovic in attacco, Miretti e Rabiot a supporto di Locatelli in mezzo al campo. La Juve parte forte, ma una papera di Szczesny su tiro da fuori di Lauriente la manda subito sotto: quando Vina restituisce il favore anticipando involontariamente McKennie a un metro dalla porta il match è ancora lungo e ci sarebbe tutto il tempo per gestirlo e portarlo a casa. Invece i centrocampisti bianconeri non ne azzeccano una, Szczesny si riscatta su un colpo di testa di Bajrami ma nulla può sulla perla di Berardi, ex promesso sposo juventino il cui sinistro di prima intenzione dal limite si infila nell'angolino. Per lui, alla presenza numero 300 in serie A, terzo gol nell'attuale campionato e 116 nella massima serie.

Allegri, arrivato all'intervallo ovviamente insoddisfatto, butta dentro Fagioli e Iling-Junior per Miretti e Kostic, ma la Signora fatica a riproporsi. Sono troppi gli errori bianconeri, anche se Chiesa spaventa Cragno con una punizione rasoterra. Berardi prima rischia il rosso (piede alto su Bremer) e poi regala a Lauriente la palla del possibile (e facile) 3-1 che il francese però calcia in curva: Vlahovic si divora il pareggio appena prima di essere sostituito. Gli emiliani guardano la Juve dritta in faccia, pungendo appena possibile: un assist al bacio di Fagioli permette però a Chiesa (con deviazione di Erlic) di trovare il pareggio con ancora un quarto d'ora da giocare.

E quando ti aspetti lo sprint vincente degli ospiti, ecco gli ultimi fuochi d'artificio neroverdi: sberla di Lauriente e tap in vincente di Pinamonti dopo un altro sgorbio di Szczensy, traversa di Defrel e discorso chiuso dal clamoroso autogol di Gatti con il portiere polacco lontanissimo dai pali. Incredibile ma vero.

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