L'ipocrisia intera e quelle scuse a metà

Se mancava una rappresentazione iconografica della confusione in casa Milan, è arrivata sui titoli di coda del ko con l'Udinese

L'ipocrisia intera e quelle scuse a metà
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Se mancava una rappresentazione iconografica della confusione in casa Milan, è arrivata sui titoli di coda del ko con l'Udinese, quando mezza squadra è andata a testa bassa sotto la curva degli ultrà e l'altra metà (allenatore in testa) si è infilata velocemente negli spogliatoi, per evitare il diluvio, ma soprattutto i fischi. Tante scuse a metà, dunque, da parte di otto giocatori (guarda caso con in testa i tre italiani Calabria, Florenzi e Pobega), che molti hanno letto come segnale di una spaccatura evidente nello spogliatoio rossonero. Anche se poi ci sarebbe da aprire un discorso sul senso di queste scuse, spesso ipocrite dopo una prestazione pietosa e chissà perché... - indirizzate sempre e solo verso la solita curva, come se il resto di San Siro non fosse degno di un gesto del genere. Anni fa, finita la partita, i rossoneri avevano l'usanza di radunarsi nel cerchio di centrocampo e salutare tutto lo stadio, qualunque fosse il risultato. Adesso sembra quasi che lo stadio abbia una tribuna sola... La mezza squadra finita sotto la curva con la cenere sul capo ha dunque acceso i riflettori sull'altra metà scomparsa subito dai radar. Con le parole di Florenzi («adesso bisogna remare tutti dalla stessa parte») che hanno acuito i sospetti su una squadra che non sa che direzione prendere. Tesi accreditata dallo stesso Pioli che, oltre ad autoesonerarsi («i fischi dei tifosi sono più che giusti, soprattutto quelli al mio indirizzo»), ha sposato in pieno l'esortazione del terzino, chiudendo però paradossalmente il cerchio: «Dobbiamo remare tutti nella stessa direzione, noi come i tifosi». Come se questo disastro fosse anche colpa del pubblico...

Ma la gente rossonera che cosa dovrebbe fare di più, oltre a riempire San Siro tutte le domeniche e versare fior di soldi a una società che sembra pensare più ai risultati economici che a quelli sportivi? Non resta che attendere Ibra, chiamato a far da timoniere a questi canottieri allo sbando.

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