Arrivederci a maggio, subito dopo la fine del campionato e a 20 giorni del debutto agli Europei. Con tanto lavoro da fare per costruire una rosa il più possibile competitiva per difendere il titolo continentale. L'Italia di Spalletti, travolta dall'amore dei tifosi italoamericani nei giorni trascorsi oltreoceano, lascia gli Usa con due vittorie nei test con Venezuela ed Ecuador e qualche certezza in più.
La seconda tappa del percorso sul campo di Harrison, nel New Jersey, proponeva un avversario più quotato e con molti elementi che conoscono bene il calcio europeo (Caicedo, Hincapié ed Estupiñan). Di sicuro si è vista minore superficialità e leggerezza - come aveva richiesto Spalletti - rispetto ai 90 minuti con il Venezuela. E il nuovo modulo - sul quale Spalletti sembra credere molto come principale alternativa alla difesa a 4 e al tridente d'attacco - ha funzionato meglio, soprattutto nel primo tempo, forse anche perchè in campo c'erano giocatori più adatti a questa veste tattica. Dunque, quel piccolo step atteso dal ct. L'idea della tournée era di provare tutti (o quasi) i calciatori convocati: si spiega così il turnover totale dei titolari rispetto alla gara di giovedì scorso, con la prima panchina in azzurro dopo sedici mesi per Gigio Donnarumma - sostituito dal debuttante Vicario, altro numero uno emigrato all'estero (al Tottenham in Premier League) -. Ma i problemi fisici accusati alla vigilia da Folorunsho e Lucca non hanno consentito il debutto in Nazionale dei calciatori di Verona e Udinese.
Da rivedere Raspadori, che nelle gerarchie resta parecchio indietro rispetto al Retegui che pare il 9 designato per la Germania. Zaniolo appare in crescita (ieri tanto movimento, grande intraprendenza e un gol fallito) e sembra recuperato alla causa un altro elemento di qualità come Pellegrini: il capitano romanista, rigenerato dalla cura De Rossi, segna di collo sinistro dopo appena 130 secondi il suo settimo gol negli ultimi due mesi che spiana la strada al successo dell'Italia. Buono il debutto di Bellanova, 79° calciatore del Torino a indossare la maglia della nazionale: le iniziative migliori arrivano dalla sua parte. Il cambio a inizio ripresa va letto nell'ottica di altre prove da parte di Spalletti, legate alle posizioni di Di Lorenzo e Darmian.
Più piacevole il primo tempo, dove i meccanismi azzurri sembrano quasi perfetti (squadra corta, aggressiva e che gira bele palla) con l'Ecuador che fatica a costruire dal basso; più sofferta la ripresa nella quale i sudamericani alzano il baricentro e aumentano di intensità, mentre l'Italia abbassa ritmo e incisività, patendo le iniziative avversarie.
Spalletti, nella sua rotazione degli uomini, cambia nell'ultimo tratto di gara tutto il fronte offensivo, portando anche un'altra vittoria sigillata dal 2-0 col tocco felpato sotto porta di Barella dopo un bel lancio di Orsolini. Arrivederci a maggio.
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