Di Costanzo e quella sveglia di bronzo. "Ho pensato a uno scherzo, ma sul podio..."

Il canottiere: "A Bruno ho detto siamo tutti vincitori. Come nel calcio"

Di Costanzo e quella sveglia di bronzo. "Ho pensato a uno scherzo, ma sul podio..."

L'alba a Tokyo di mercoledì 28 luglio: «Sveglia Marco! Ti prego alzati, abbiamo una finale e solo tu puoi sostituire Bruno che è risultato positivo». «Cosa? ho pensato -. È uno scherzo? Sono solo le 6.30!».

Inizia così una delle giornate più incredibili delle ultime Olimpiadi. Marco Di Costanzo, 29enne canottiere di Napoli e di stanza alla Canottieri Milano, viene buttato giù dal letto perché c'è una finale da onorare. Lo staff azzurro scopre che uno degli uomini del quattro senza, Bruno Rosetti, ha preso il Covid e, per questo, non potrà entrare in barca e giocarsi una medaglia. Preoccupazione, panico: sono attimi di smarrimento. Ce li racconta Marco, che abbiamo raggiunto al City Padel Milano in un evento organizzato dal suo sponsor tecnico Le Coq Sportif: «L'Olimpiade è fatta di ansia, tensione. Quella notte avevo cercato di fare tutto alla lettera perché il giorno dopo avrei dovuto fare la semifinale del due senza. E a mio avviso avevamo preso la semifinale più tosta. Sentivo già la tensione, la gara che si stava iniziando ad avvicinare. E invece alle 6 e mezza mi hanno svegliato dal sonno. Ho aperto gli occhi, ho trovato il mio allenatore in camera. Mi ha detto: "ti prego, sali sul 4 senza perché Bruno purtroppo è risultato positivo". Io stavo dormendo. Al primo impatto ho pensato: è uno scherzo?». No, invece è tutto vero. Prosegue il suo racconto: «Sapevo che stava passando il mio treno, l'occasione che non potevo mancare. Ero in finale. Sono saltato sulla barca, cercando in ogni remata di capire, di trovare l'assetto giusto. È stata un'improvvisazione continua fin dalla partenza. Siamo rimasti un po' indietro nella prima parte di gara, forse perché mi sono concentrato più sul gesto che a spingere di forza. A metà gara, quando ci siamo resi conto di essere troppo indietro, mi sono detto: dai Marco, adesso spingi. La barca cresceva, recuperavamo, ma nel finale la Gran Bretagna ci ha tagliato la strada. Altrimenti avremmo anche potuto prendere l'argento».

Una medaglia di bronzo vinta e condivisa con lo sfortunato Bruno Rosetti, che l'ha ricevuta dal Cio accogliendo la richiesta del Coni di Malagò. Una medaglia che però Rosetti ha dichiarato di non sentire sua: «Bruno l'ho rincuorato. Gli ho spiegato che anche nel calcio c'è chi gioca tutte le partite e poi non fa la finale. Ma sono tutti vincitori. Capisco il suo stato d'animo, però stiamo vivendo una cosa che è più grande di noi. Domani ci sei, domani non ci sei. Lui non ha colpe». Di Costanzo dedica la medaglia al suo compagno di squadra Giovanni Abagnale, rimasto fuori dalla finale del due senza: «Mi è dispiaciuto per lui. Avevamo lavorato tanto per l'appuntamento olimpico.

Dopo il bronzo di Rio 2016 ci riproveremo a Parigi 2024». Dove il canottaggio azzurro, che da Tokyo è tornato a casa con tre medaglie, lo storico oro al femminile più due bronzi, proverà a ripetersi. Magari senza una chiamata d'emergenza

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