Le lacrime dei portoghesi Pepe e Cristiano Ronaldo (80 anni in due), eliminati nella crudele lotteria dei rigori all'ultimo loro appuntamento nel torneo continentale, segnano il passaggio di consegne. La nuova generazione corre veloce e molti virgulti, compresi quelli lusitani come il figlio d'arte Francisco Conceicao (suo il gol decisivo con la Repubblica Ceca nel girone), hanno già stupito in Germania. I nostri sono andati a casa troppo presto (solo Calafiori ha lasciato traccia). E gli altri? Calciatori attesi e meno attesi, ma i Millennials avanzano. Diciassette i gol segnati dai classe 2000 in poi sui 108 totali. In pratica uno ogni sei.
I tedeschi Wirtz e Musiala, quest'ultimo cresciuto nelle scuole calcio e figlio di un'emigrazione diversa, erano già vincenti con Bayer Leverkusen e Bayern Monaco, ma i loro gol (cinque in due) non sono bastati per coronare il sogno in casa della loro Germania. E così in corsa restano i talenti spagnoli: dal quasi 17enne Yamal al Nico Williams maestro di dribbling, la cui carriera è iniziata nei cortili sotto casa, a segno negli ottavi contro la Georgia fino a Ferran Torres e a Pedri che ha salutato in anticipo il torneo per il brutto fallo di Kroos che gli ha causato la distorsione al legamento del ginocchio sinistro.
Come non parlare poi degli inglesi Bellingham, due gol anche se il suo Europeo è stato in chiaroscuro, e Saka, che ha portato ai supplementari la sua Nazionale con un colpo da biliardo oltre a realizzare con freddezza dal dischetto (ha imparato a tirare i rigori dopo quel 2021...). E ancora il francese Barcola, che negli ultimi 15-20 minuti di partita può essere decisivo con la sua incredibile velocità e bravura nei dribbling, o il collega Camavinga, elemento duttile e sempre prezioso per Deschamps. Una sorpresa dell'ultima fase del torneo può essere l'olandese Simons, che a 21 anni ha già dovuto raccogliere l'eredità degli infortunati De Jong e Koopmeniners e farsi carico dell'aspetto creativo dei Tulipani.
E ancora tra chi è già a casa lo juventino Yildiz, turco nato in Germania, e il compagno di squadra Arda Guler, ottimo finale di stagione con il Real Madrid e a segno in Germania contro la Georgia. A proposito di georgiani, Mikautadze ha lasciato il torneo ancora da capocannoniere (3 le reti realizzate).
Poi gli ungheresi Kerkez e Csoboth che ha tenuto viva la qualificazione magiara con il gol più lento della storia europea (al 100'), lo svizzero del Bologna Ndoye in gol contro la Germania e uno dei protagonisti della bella cavalcata elvetica, il danese Hojlund ex Atalanta, lo sloveno Sesko e l'ucraino Sudakov, che ha pagato con l'Ucraina un girone equlibrato. Altri - appena maggiorenni - si sono visti poco come l'inglese Mainoo, qualcuno (il francese Zaire-Emery) non si è mosso dalla panchina. Ma il futuro è loro...
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