De Boer, ruolino da vergogna. Sempre più babele nerazzurra

Tanti arrivi all'Inter, ma pochi utili: il tecnico adesso deve fare delle scelte. O resta aggrappato a Handanovic e Icardi

De Boer, ruolino da vergogna. Sempre più babele nerazzurra

Milano - Dove eravamo rimasti? Alla stessa congiunzione astrale. A Icardi e Handanovic, all'Inter che continua ad aggrapparsi ai gol dell'attaccante argentino e alle parate del portiere sloveno. Ieri come l'altro ieri e come oggi. A nulla sono serviti il cambio di allenatore e gli acquisti di giocatori che almeno sulla carta sembravano credibili: Eder, Perisic e Kondogbia qualche mese fa, Candreva, Joao Mario e Banega nell'ultima finestra di mercato. Al lotto s'è aggiunto Gabriel Barboso Almeida, detto Gabigol. A dispetto dei nuovi e costosi interpreti, i risultati restano gli stessi: pessimi. De Boer sta riuscendo nell'impresa di far peggio di Mancini che, più o meno, aveva navigato agli stessi nodi di Mazzarri: velocità di crociera, niente più. Al peggio non c'è mai fine. Nelle ultime cinque stagioni l'Inter ha accusato 157 punti di distacco dalla Juventus: -26, -33, -42, -32, -24, per la precisione. Ma la sconfitta dell'altra sera con l'Hapoel Be'er Sheva, nella partita d'esordio in Europa League, grida vendetta perché gli israeliani hanno dominato la scena per lunghi tratti. Inammissibile. Ci dovrebbe essere un limite alle figuracce. Macché, la deriva continua alla faccia di impegni per nulla trascendentali. Una squadra seria avrebbe fatto il pieno con Chievo, Palermo, Pescara ed Hapoel, invece ha racimolato una vittoria fortunosa in rimonta e un pareggio. E il prossimo impegno con la Juventus (domani, ore 18, al Meazza) si profila terribile sul piano tecnico e mentale per la forza degli avversari. Se il popolo nerazzurro, infuriato il giusto, fischia e contesta, ne ha tutte le ragioni.

In tempi non sospetti avevamo scritto che a questo gruppo, ricco di doppioni, soprattutto a centrocampo, mancano un regista e due esterni di difesa. I fatti, ahinoi, confermano. Il ds Ausilio - che ha fatto incetta di interni, mediani e trequartisti, alcuni buoni, altri meno - non ha portato ad Appiano Gentile un playmaker degno di questo nome. Un giocatore così manca dai tempi di Cambiasso, ceduto forse frettolosamente, si ha nostalgia perfino della pancetta di Pizarro. Joao Mario e Banega non lo sono, Medel è scarso, lasciamo stare Melo. Sulle corsie D'Ambrosio, Nagatomo e Santon commettono errori a iosa: chi la pensa diversamente è pregato di rivedere il primo gol dell'Hapoel con Maranhao che crossa basso da destra e Vitor che la mette dentro sul palo lontano. I marcatori? Boh...

La partenza ad handicap dell'Inter è figlia anche d'una preparazione avventata (sentite Canuti, vecchia roccia della retroguardia nerazzurra), delle amichevoli inutili, del cambio di panchina in corsa, di giocatori poco apprezzati dal tecnico olandese. Per non parlare d'un modulo senza prospettive: 4-2-3-1. Per uscire da questo ginepraio, De Boer si guardi allo specchio e faccia di testa sua, al limite lasciando in panchina o in tribuna i giocatori più costosi. Ma dia una linea alla squadra, la mantenga, magari partendo da un ortodosso 4-3-3, e soprattutto lavori sulla testa di un gruppo senza autostima. Con la Juventus può perdere la partita, ci mancherebbe, ma non la faccia. Altrimenti vivrebbe la parte peggiore dell'agonia in cui si dibatte.

Già si parla di Prandelli e, a medio termine, di Simeone che ha ridotto il contratto con l'Atletico Madrid al 2018.

La proprietà cinese è ancora più confusa, incapace di capire come si possa giocare così male e vincere tanto poco. Per Ausilio, De Boer non è in discussione. Ma è sicuro che i nuovi padroni la pensino allo stesso modo? Lo "spoiling system" non è un gioco di parole.

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