Udine - D'ora in poi è meglio che tutti gli allenatori che devono affrontare l'Atalanta facciano uno squillo a Kosta Runjaic, per chiedergli qualche consiglio su come si fa a imbrigliare la Dea.
Perché, dopo le due sfide stagionali, è chiaro che il tecnico tedesco abbia capito come frenare l'impeto nerazzurro. C'era già riuscito all'andata, dove, sebbene fosse arrivata una sconfitta, l'Udinese riuscì a limitare la squadra di Gasperini, che però alla fine vinse in rimonta, sfruttando pure un palese errore del Var.
Non a caso, Runjaic aveva rivelato di considerare quella di Bergamo la miglior prestazione della prima parte di campionato. Ma, alla luce di come ha interpretato la gara di ieri l'Udinese, probabilmente e comprensibilmente ha cambiato idea e non può che essere orgoglioso dei propri ragazzi, protagonisti di una grande partita, dove non solo hanno disinnescato l'esplosività atalantina, ma hanno pure avuto il pallino del gioco e le occasioni più grosse. Su tutte, davvero clamoroso il doppio legno di Sanchez (nella foto).
Tanti i meriti dell'Udinese, ma l'Atalanta ci ha messo parecchio del suo, perché era da tempo che non la si vedeva così spenta e apatica. Forse la parentesi araba e i giorni di riposo hanno spezzato il ritmo della Dea che, prima della sconfitta con l'Inter in Supercoppa, aveva raccolto tredici risultati utili consecutivi in campionato. Vero, a Udine si è aggiunto il quattordicesimo, ma è un pareggio che, guardando classifica e sfide odierne di Inter e Napoli, potrebbe sapere di sconfitta. Anche perché arriva dopo quello in extremis contro la Lazio. Quasi tutti sottotono gli atalantini, l'unico a salvarsi il solito Carnesecchi.
Oltretutto, la gara di Udine era la prima di un trittico di fuoco: martedì al Gewiss Stadium arriva la Juve, sabato il Napoli. Due sfide cruciali, che diranno una volta per tutte se l'Atalanta può davvero puntare allo Scudetto.
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