C'è una Dea in vetta alla serie A, che si mette sul capo la corona ferrea che di Monza è il simbolo per prendersi il trono della classifica: l'ultima volta nel 1964. I biancorossi, con la casacca celeste che celebra i 110 anni di storia, si stropicciano nella ripresa, quando il classe 2003 danese Rasmus Hojlund decide che la vetta deve essere nerazzurra. Il gol di Ederson, pochi minuti dopo, mette il sigillo a una gara giocata meglio dai brianzoli nel primo tempo, ma capitalizzata al meglio dal Gasp e dai suoi. E dire che a 34 anni e spicci dall'inaugurazione del Brianteo - con Stroppa in campo per battere la Roma di Conti e Giannini - c'era l'onda lunga proprio della sconfitta all'Olimpico ad agitare la vigilia con l'Atalanta.
Dopo la grammelot di errori difensivi di quest'avvio di stagione, il tecnico dei biancorossi s'era detto felice del mercato e convinto che il suo Monza avrebbe fatto una grande gara. Una dichiarazione forte che valeva come un'ipoteca sul suo domani, se non altro per dare il termometro della sua padronanza della gestione biancorossa. Tra i 22 partenti, il volto da copertina era Pessina: dopo 67 partite e 3 gol in nerazzurro, aveva ringraziato la Dea facendo il viaggio di ritorno da Bergamo alla natia Monza. Un viaggio tra Castore e Polluce, così vicine e così diverse in classifica. Con il Monza che sino alla vigilia aveva buttato nella mischia 18 italiani, ritoccando i numeri al rialzo con l'esordio dal primo minuto di Rovella nel ruolo di play e liberando Sensi sull'interno sinistro di centrocampo. Davanti Mota al posto dell'ex Petagna, Gasperini risponde ovviando alle assenze di Zapata e Muriel con il baby Hojlund e Lookman nel terzetto in rifinitura.
Pronti via e Caprari calcia da due passi e Musso ci mette i pugni, poi tocca a Sensi farlo volare sotto la traversa per la deviazione in angolo. La Dea addormenta la gara, lasciando al Monza il centro del ring. La prima vera occasione per i bergamaschi arriva allo scadere del primo tempo, con il corner di Malinovskyi che per poco Caldirola non butta nella propria porta. Si cambia il campo e Hojlund da posizione defilata centra il palo coperto da Di Gregorio. Il danese, alla prima da titolare, non sbaglia al 13': Lookman fugge a sinistra, taglia in mezzo e pesca il 17 che a tu per tu col portiere non sbaglia. Serve l'ausilio del Var, però, perchè Sacchi convalidi la rete. Al 20' il 2-0: azione in fotocopia, con Ederson sul secondo palo che la spinge dentro con la complicità di Marlon. Stroppa a poche ore dal match aveva spiegato come per lui il lavoro fosse «iniziato solo due giorni fa».
Ora il rischio è che non ce ne sia più molto a disposizione per raccogliere ciò che è stato seminato. Alle porte c'è il Lecce, poi la Juve. Per il mister della cenerentola di A, le lancette dicono che la mezzanotte può essere vicina.
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