Una volpe rossa disegnata sulle scarpe: «È stato un regalo del mio sponsor, non ne sapevo nulla». Diciamo allora che lo sponsor ha perfettamente azzeccato il momento di Jannik Sinner: ci vuole talento, ma anche un po' di furbizia, a sopravvivere non solo agli avversari ma pure all'ovvio quotidiano. Insomma: primo turno agli Australian Open passato (quasi) in scioltezza, come di solito fa un numero uno al primo turno di uno Slam. Nicolàs Jarry è uno di quelli che devi aspettare sulla riva del fiume finché passa, e in questo caso doveva passare la forza mentale del cileno per reggere un match tutto basato sulle prime di servizio e sui colpi esasperati. Ci sono voluti due tie-break (questi, sì, vinti in scioltezza) per chiudere 7-6, 7-6, 6-1 ed avanzare nel tabellone e nella tabella di marcia: adesso toccherà all'australiano Schoolkate, una wild card che in carriera ha vinto due soli match ed entrambi contro Taro Daniel (ieri appunto il secondo). Insomma: non un ostacolo da brividi.
Poi, appunto, c'è il dopo gara. E qui bisognerebbe indire un concorso a premi sul tema facciamo almeno una conferenza stampa senza parlare di pomate. Niente da fare, più Sinner gioca a tennis, più l'argomento Clostebol viene fuori. E da qui al 16 aprile, giorno della discussione dell'appello Wada al Tas, toccherà contare sulle mani domande diverse dal tema Clostebol. La Volpe Rossa però, oltre ad essere pure un uomo di ferro, è anche un muro di gomma: riesce sempre a trovare una risposta, ed ecco che Jannik alla fine ha alzato un po' il tono della discussione, tanto per non dover dire le solite cose. Ovvero: «Onestamente non penso che accadrà nulla, io so la verità e già in tre diverse occasioni è stato detto che non era colpa mia e non era neppure volontario. In più quello che avevo nel mio corpo era talmente basso...». Poi ci sarebbe Jarry che ha affermato di aver affrontato una battaglia perché nel suo caso di doping è stato trattato diversamente: «Quello che posso dire è che secondo me siamo stati trattati allo stesso modo: c'è un protocollo e se il protocollo ha qualche problema la colpa non è mia. Certo, mi dispiace molto per i giocatori che affrontano queste situazioni». Certo, spiace se poi è lui il più forte.
Perché poi è bastato solo un match vinto a Melbourne per battere altri record: per Sinner è arrivato il trentesimo successo nelle ultime 31 partite giocate (ultima sconfitta il 2 ottobre contro Alcaraz), i tre set contro Jarry allungano la fila a 29 consecutivi senza perderne uno e i due tie-break conquistati portano il conto a 23 degli ultimi 26 disputati.
Infine siamo arrivati a 15 incontri di fila senza ko sul cemento slam (AusOpen più UsOpen 2024), roba paragonabile solo ad Agassi, Djokovic e Federer: «È un onore, è fantastico essere accostato a questi nomi, eppure non posso dirmi come loro: sto solo costruendo la mia storia». Bella risposta, Volpe Rossa.
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