Il Diavolo di Giroud manda all'inferno il Napoli di Champions

Delirio rossonero allo stadio Maradona. Un gol del francese, dopo il rigore sbagliato, regala al Milan una clamorosa semifinale

Il Diavolo di Giroud manda all'inferno il Napoli di Champions

Sul treno della Champions resta il magnifico Milan di Pioli e di Maldini. Dopo 16 anni tocca a loro, con merito indiscutibile, il compito di sfidare probabilmente l'altra Milano che gioca stasera col Benfica a San Siro partendo dal 2 a 0 di Lisbona. In campionato comanda il Napoli di Spalletti, ma nelle sfide complessive col Milan sono i rossoneri a presentare la migliore contabilità: due successi sontuosi, un pareggio (ieri notte) e una sconfitta, 7 gol rifilati alla difesa migliore del calcio italiano. Ancora una volta, il Milan conferma il suo magnifico ruolo di underdog, sempre sottovalutato nel pronostico. Preparare una sfida sull'orlo di una crisi di nervi, con la baraonda notturna davanti all'albergo rossonero, non è stata una genialata.

Il ruggito del Maradona accompagna il Napoli all'assalto del Milan. È un pressing furioso, a grande velocità, che richiede precisione nel passaggio ma anche massima attenzione da parte del Milan nel difendersi. 5 angoli in 19 minuti sono il fatturato di Spalletti senza mai procurare rischi per Maignan però. Così appena i rossoneri si liberano di quella camicia di forza, ecco che cominciano i dolori per il Napoli costretto a soffrire tutte le volte che Leao entra in azione. A metà della prima frazione c'è il primo affondo rossonero: proprio Leao abbattuto in area da Mario Rui, procura il rigore. Giroud non angola bene il suo mancino, Meret lo intuisce e Juan Jesus completa il disimpegno dopo essere entrato con un piede in area. I due, il centravanti francese e il portiere italiano, si ritrovano uno di fronte all'altro 6 minuti dopo, questa volta su azione: qui Meret si aiuta con un piede provvidenziale. Ma niente può fare sul tramonto del primo tempo quando Leao innesta il turbo, a velocità supersonica corre 50-60 metri, salta tre birilli azzurri e serve Giroud che può segnare a porta spalancata. C'è anche una collisione in area milanista tra Leao e Lozano: qui tra palla e piede è questione di millimetri. Il polacco Marciniak assolve, il var conferma.

Spalletti paga un conto salato in fatto di infortuni: alla mezz'ora si arrendono Politano e Mario Rui, a metà ripresa tocca a Rahmani più Zieliski per far posto a Raspadori e così aumentare il potenziale offensivo. Pioli si muove con lo stesso criterio: Messias per Diaz spolpato e Origi per Giroud stremato. A furia di attaccare a testa bassa, e in particolare con i due terzini, il Napoli ha l'occasione per rimettersi in partita. Sul cross basso di Di Lorenzo, Tomori in scivolata tocca con il braccio. Al dischetto si presenta Kvara con un destro non angolato ma il giaguaro Maignan è pronto a balzare sulla sua destra e a deviare in angolo. Il Milan si difende con coraggio e generosità: il coraggio di sfidare uno contro uno i rivali, la generosità nel raddoppiare e triplicare le marcature in particolare su Osimhen e il georgiano, disarmati da Kjaer e Calabria, due giganti a dispetto della loro statura. Ma non sono da meno Tonali e Bennacer, Krunic impegnati a chiudere ogni varco e a ricucire il gioco per potenziali ripartenze che nel finale non possono più godere della velocità di Leao (Saelemaekers lo sostituisce).

Al Napoli riesce un solo graffio, a 80 secondi dalla sirena, con il colpo di testa di Osimhen che piega la mano di Maignan. Modesta consolazione per i futuri campioni d'Italia. A Pioli resta il premio della prima semifinale di Champions della sua carriera e il merito per il piano partita semplicemente straordinario.

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