Il set in coppa Italia rifilato al Sassuolo (6-1 e quarti assicurati contro Roma o Samp) può riscaldare il cuore di Fonseca («partita seria»), confermare lo stato di grazia di Reijnders e Leao (gol di Rafa in posizione di centravanti proprio come a Cagliari) ma non sposta di un centimetro la difficile scalata alla montagna dell'Atalanta in programma venerdì sera. La spiegazione è elementare: negli ultimi anni, quello di Bergamo, è diventato uno snodo decisivo, nella buona e nella cattiva sorte, a dimostrazione della crescita esponenziale di Gasp e del suo team diventato, in qualche passaggio, una sorta di spietato rivale. Questa storia recente ha una data precisa e comincia in un pomeriggio di fine dicembre 2019, apparentemente illuminato dal sole che segna il punto più basso toccato dal Milan di Elliott, con Boban e Maldini alla guida dell'area tecnica, Pioli allenatore subentrato a Giampaolo esonerato dopo 7 turni. Finisce 5 a 0 per l'Atalanta, il pubblico bergamasco chiama Gasp a saltellare. Nelle ore successive tocca a Boban, rimasto a Milano a dispetto della sosta natalizia, chiudere in fretta due trattative complicate: la prima con Ibrahimovic, la seconda con Kjaer. Sembrano due cerotti sulla ferita sanguinosa e invece diventano punti di sutura fondamentali per rammendare quella squadra senza leader. Prende il via dalle settimane successive il paziente attraversamento del deserto da parte del Milan che riesce - dopo l'interruzione per Covid - a risalire la china. Nella stagione successiva proprio l'appuntamento di Bergamo, all'ultimo turno del campionato, con 2 gol di Kessie, consente ai rossoneri di tagliare il traguardo del secondo posto. La spinta propulsiva prosegue anche nella stagione dello scudetto rossonero con il successo di San Siro che mette il fiocco al tricolore conquistato poi a Reggio Emilia. L'inversione di tendenza riprende nello scorso torneo, avviso della marcia trionfale di Gasp verso il trono dell'Europa league. In coppa Italia a San Siro si qualifica l'Atalanta con gol di Koopmeiers, in campionato finisce peggio con una sconfitta resa memorabile dal gol di tacco di Muriel. È il segno inconfondibile che il ciclo di Stefano Pioli volge a conclusione.
Domani sera tocca a Fonseca passare in quello stadio-trappola e provare a rimettere il Milan al centro del villaggio. Le premesse non sono brillanti: CDK - il discusso ex costato 37,5 milioni portato da Maldini e rivalutato dal Gasp - vanta nel tabellino 8 successi di fila. Il ritardatario Milan (oggi a Milanello, 3 mesi dopo l'infortunio in nazionale, torna Bennacer per proseguire il recupero) può contare soltanto sulla presenza inedita di Musah come equilibratore tattico, novità giunta dopo vari tentativi di mettere un lucchetto a quella difesa tra le più battute del campionato. Con le squadre che giocano a uomo e a tutto campo, appunto come l'Atalanta, il Milan di Fonseca denuncia grandi difficoltà.
Cominciarono con il Toro di Vanoli alla prima giornata. Con l'Atalanta sarà la vera prova del fuoco capace di confermare eventuali segnali positivi oppure pronta a rispedire indietro di molte caselle tutto il progetto RedBird Ibra.
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