Lo spettacolo, a Doha, è tutto concentrato prima del mondiale inaugurato da uno dei rari italiani meritevoli di citazione e di lode: riferimento scontato a Daniele Orsato, l'arbitro di Qatar-Ecuador che domina l'evento con sicurezza. Lo stadio modellato come una tenda beduina e quel dialogo suggestivo tra Morgan Freeman e il disabile sono le immagini da custodire al posto dei due gol di Valencia che consentono ai gialli di piegare la fragile resistenza della nazionale di casa. Al suo ct bisognerebbe ricordare il segreto di un nostro dirigente dalla collaudata esperienza, Pantaleo Corvino, ds di Fiorentina e ora del Lecce. Ama spesso ripetere: «Si può sbagliare la moglie ma non la squadra se scegli bene portiere e centravanti». Il monito riguarda appunto il Qatar che schiera un portiere ballerino ma forse può essere applicato nella serata anche alla Nazionale di Mancini che chiude il suo anno orribile coinciso con la seconda eliminazione dal mondiale con una pesante sconfitta. C'è una foto che sta facendo il giro del web: ritrae gli azzurri schierati in formazione davanti a un televisore. È il nostro triste destino, quasi dovessimo scontare i benefici di un anno prima con l'europeo conquistato a Wembley. Se il comma Corvino riguarda il Qatar è da ripetere anche dalle parti di Coverciano nonostante il ct Mancini sia consapevole dei limiti del calcio azzurro. Donnarumma è un ragazzo troppo presto giudicato un fuoriclasse: il secondo gol subito ieri non è il primo clamoroso scarabocchio della sua carriera, riscattato più tardi da un paio di prodezze utili a evitare un passivo meno pesante.
Da tempo a Mancini manca un centravanti di grande spessore internazionale e la presenza di Raspadori è un ripiego inevitabile per le tante assenze che rendono l'amichevole di ieri sera un inutile supplizio. Persino Verratti, in occasione del primo gol austriaco, si fa piegare come un grissino. Arnautovic sembra Van Basten per come salta i birilli azzurri. Scusate la franchezza: molto meglio essere rimasti a casa!
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