PyeongChang Se ieri ci avessero detto che questa sarebbe stata la domenica di Dominik avremmo risposto: ma certo, Dominik Paris farà podio in discesa! Alla notizia dell'annullamento per vento che ha tenuto gli uomini jet in albergo avremmo però capito che no, non sarebbe stata la sua domenica, ma quella di Dominik Fischnaller, capace di un recupero da sogno nelle ultime due manche dello slittino. E invece no signore e signori, la prima medaglia azzurra di questi Giochi arriva sì da un Dominik, ma da quello che meno si aspettava. Viene anche lui dall'Alto Adige, si sente italianissimo ed è specialista del biathlon, quel meraviglioso sport che abbina lo sci di fondo al tiro con la carabina. Di cognome fa Windisch, alla vigilia aveva dichiarato di stare bene ma di temere, con questo freddo e questo vento, che i suoi problemi di lacrimazione eccessiva fossero un handicap al poligono di tiro, dove devi arrivare non solo lucido di mente e il più calmo possibile con il respiro, ma soprattutto con la vista non appannata dalle lacrime.
Ecco, visto come è andata, Dominik avrà avuto problemi di lacrimazione, sì, ma per contenere la commozione sul podio, dove è salito come terzo, medaglia di bronzo come già a Sochi quattro anni fa nella staffetta mista. Dom ha 28 anni e una bellissima fidanzata di nome Julia alla quale vorrebbe regalare un anello fondendo il metallo della medaglia: «Ma sarebbe meglio d'oro, no?». Aspettiamo allora, perché per lui e i suoi compagni è solo l'inizio, già oggi potrebbero arrivare altre gioie con la prova a inseguimento, sia Windisch che Hofer (ieri 10°) hanno buone possibilità, per non parlare di quelle che ha Lisa Vittozzi dopo il sesto posto di sabato.
«Adesso mi godo questo sogno, mi sembra tutto assurdo e non sento nemmeno più il freddo. E' stata una gara dura, il vento l'ha un po' condizionata e i più forti hanno sbagliato molto, anche io ho sbagliato l'ultimo colpo e ho temuto di aver perso il podio, invece eccolo qui, non ci credo ancora». Mentre veniva sballottato di qua e di là fra interviste, foto e pacche sulle spalle, Dominik non si è mai tolto dalla faccia quell'espressione da bambino al luna park.
Quanto bello è vincere una medaglia olimpica sognata tanto a lungo? Dom è cresciuto a pane e biathlon. Anterselva, dove vive, è la culla di questo sport e quando era piccolo papà lo portava sempre a vedere i campioni impegnati nella classica tappa di coppa del mondo. Questa medaglia è il coronamento a una carriera costruita con pazienza e tanto lavoro, se non avesse sbagliato quell'ultimo tiro la storia sarebbe stata ancora diversa e Julia avrebbe già quasi pronto il suo bell'anello d'oro.
Cosa sarebbe successo invece se l'altro Dominik, Fischnaller, non avesse sbagliato la prima prova della gara di slittino? Saremmo qui a festeggiare un'altra medaglia, la prima dell'era post Zoeggeler che ieri, dopo che il suo erede ha perso il bronzo per 2/1000 (sì, avete letto bene: due millesimi) è stato il solito campione di calma e compostezza, ma se avesse potuto avrebbe picchiato la testa contro le impalcature a bordo pista.
«Nelle ultime due manche è successo di tutto, mai vista in vita mia una cosa del genere, sembrava una gara di sci alpino, con colpi di scena a ripetizione» ha ammesso Armin, stupito per l'errore dell'ex rivale Felix Loch (in fumo il terzo oro consecutivo), ma soprattutto dispiaciuto per la grande occasione sprecata dal suo atleta, cui non è bastato il record della pista nell'ultima manche: «Era da oro, un quarto posto così fa davvero molto male».
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