I James (quasi) come i Meneghin. Il sogno di LeBron James (nella foto) si è realizzato: con la 55ª scelta assoluta al Draft 2024 i Los Angeles Lakers hanno scelto Bronny, suo primogenito, diventando la prima coppia padre&figlio in attività nella storia dell'NBA. I gialloviola adesso attendono la fumata bianca del rinnovo della loro stella (sul tavolo 3 anni per 160 milioni) per completare l'opera ed avere la famiglia nello spogliatoio. «Lakers, Suns o lo porto in Australia» queste sono state le parole di minaccia di Rich Paul (agente di LeBron) a tutte le squadre che erano interessate a Bronny a testimoniare la forte volontà di averlo «in casa» per realizzare una bella favola americana, una mirata operazione di marketing ma, allo stesso tempo, attrarre una spietata attenzione mediatica.
Un rischio che Dino Meneghin non volle correre con Andrea. Dino giocò contro Andrea (14/10/1990, Varese-Trieste) e ricorda: «Mi avevano proposto, quando mio figlio Andrea aveva 16 anni, di giocare a Varese con lui, però lo trovavo molto difficile dal punto di vista psicologico. Sarebbe stato bellissimo giocare con lui ma vivendo in Italia secondo me ci sarebbe stata una pressione psicologica terribile. Per lui, verso di lui e contro di lui». Dino che si augura il meglio per Bronny: «In America sono bravi, la vedo anche come una operazione commerciale. Inevitabilmente nei suoi compagni di squadra e negli avversari sarà visto come un protetto dal papà, un atto di nepotismo, non vorrei che succedesse questo, spero per lui che possa giocare bene».
Una cosa va ricordata quando si parla di Bronny James che va oltre il basket e testimoniata dalle lacrime al momento della chiamata: la scorsa estate (a 17 anni) rischiò la vita per un attacco cardiaco, quest'anno condividerà il campo al fianco del padre in NBA, nel suo piccolo ha già vinto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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