Doris e quella sua maglia sempre più azzurra

In questa edizione avrà ricamato il suo nome. Va al miglior scalatore del Giro e compie 20 anni

Doris e quella sua maglia sempre più azzurra

Dicono che c'è un tempo per seminare e uno per aspettare e ieri all'Arcimboldi di Milano è stato tempo anche di festeggiare e ricordare. Un tempo bambino, che piace un sacco a chi fa ciclismo: popolo di memoria, persone che non sanno dimenticare. Dicono che c'è un tempo per seminare, come Ennio Doris, visionario banchiere di Banca Mediolanum, nonché nostra prestigiosa e appassionata firma ciclistica, che quarant'anni fa con Programma Italia - la prima rete in Italia ad offrire consulenza globale nel settore del risparmio -, diede forma ad un concetto di banca che non esisteva ancora. È stata l'occasione per festeggiare anche i 20 anni della maglia azzurra, quella che al Giro d'Italia premia il miglior scalatore della corsa rosa. «Dal verde all'azzurro, perché lassù in cima, oltre le montagne, c'è il mare: c'è il cielo», soleva ripetermi il presidente, abituato a scrutare nell'oltre.

Dicono che c'è un tempo per ricordare, ed è stato fatto, per un uomo che il ciclismo ha avuto profondamente a cuore; un uomo abituato a guardare al futuro, senza dimenticare il passato: il proprio passato. A Ennio Doris sarà dedicata la prossima maglia azzurra del Giro, che porterà ricamato il suo nome, come molti ce l'hanno nel cuore. E questa serata dal titolo «C'è anche domani», dedicata a questo uomo che ha coltivato un sogno bambino e la bicicletta è stata fino alla fine il suo cavallo alato, è stata anche l'occasione per premiare e celebrare uno dei campioni italiani più amati in assoluto: il biondino di Cassano d'Adda. Gianni Motta, 78 anni, che è entrato nella Hall of Fame della corsa Gazzetta, dopo Merckx e Gimondi, Roche e Moser, Baldini e Hinault, Indurain e Adorni. Ad applaudirlo c'erano Urbano Cairo, presidente di Rcs MediaGroup e Massimo Doris amministratore delegato di Banca Mediolanum, i vertici del Giro d'Italia (Paolo Bellinino e Mauro Vegni) e tanti, tantissimi campioni e industriali del mondo della bicicletta, come Ernesto Colnago, che Gianni Motta scoprì. C'era anche Mario Molteni, figlio di Ambrogio, oggi presidente della Fondazione che porta il nome di papà e si adopera per aiutare i corridori in difficoltà. «Sono felice di questo riconoscimento.

Sono felice che lo si faccia in occasione del ricordo di un grande uomo come Ennio Doris, che ha amato profondamente il nostro sport e del quale ero sincero amico».

Dicono che c'è un tempo per seminare e uno per sognare cantava Ivano Fossati -. Ci sono momenti come questi che avevamo sognato e bisognava sognare.

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