"L'Inter gioca male". Ma la verità è un'altra

La coerenza con le proprie idee ed aver esaltato le caratteristiche dei giocatori. Ecco i segreti del capolavoro di Conte

"L'Inter gioca male". Ma la verità è un'altra

''Venire all'Inter è stata la scelta più difficile della carriera'', l'ha ripetuto varie volte in questi due anni Antonio Conte, il vero artefice del 19° scudetto nerazzurro.

La stagione dell'Inter ha un grande protagonista più di tutti, Antonio Conte. Chiamato dalla famiglia Zhang ad invertire la rotta, il tecnico leccese compie un vero capolavoro, probabilmente il più difficile della sua carriera: riportare l'Inter a vincere il tricolore dopo undici anni di digiuno. Costruire il gioco della squadra valorizzando i giocatori a disposizione e tenere unito il gruppo, soprattutto nei momenti difficili, sono le qualità che ha ereditato da maestri come Giovanni Trapattoni e Marcello Lippi. Conte è riuscito a cucire un vestito su misura per le caratteristiche dei suoi calciatori eliminando del tutto le faide interne, che in passato avevano dilaniato lo spogliatoio nerazzurro.

Per un allenatore la coerenza con le proprie idee è una virtù importante ma rischia di diventare autolesionismo se svilisce le potenzialità della rosa. A questo proposito aver atteso con pazienza che Skriniar, Eriksen e Perisic, elementi inizialmente poco adatti ai suoi schemi, si inserissero nei meccanismi di gioco rappresenta un'altra importante nota di merito. La squadra ha dimostrato di essere non solo difesa compatta e ripartenze fulminee, ma anche armoniosa e tecnica quando, portando tanti giocatori nella fase d'attacco, innesca Lukaku e Lautaro Martinez. Soprattutto è sempre unita e compatta e sa sempre cosa fare in tutti i momenti della partita. Al di là dei giudizi puramente estetici, questo è il merito più grande di Conte. Aver ridato un'anima all'Inter, la sua anima.

La svolta tattica

La partita di andata giocata a Sassuolo segna la svolta chiave della stagione. La squadra veniva dall'eliminazione in Champions e l'allenatore sembrava in bilico. A preoccupare era soprattutto la mancanza di equilibrio. La fragilità della difesa, troppo esposta agli attacchi avversari vanificava spesso la grande capacità realizzativa dell'attacco. In quella gara il tecnico decide di tornare ad un classico 3-5-2, accantonando gli esperimenti con il trequartista. Abbassare il baricentro, per poi guadagnare campo ribaltando l'azione si rivela la mossa giusta. Da quel momento la difesa torna ad essere impenetrabile. Con questo assetto Barella come mezzala e Hakimi sulla fascia destra, scandiscono con più efficacia tempi e ritmi di inserimento.

Infine l'ultimo ingranaggio: l'inserimento di Eriksen negli undici titolari. Il danese segna su punizione il gol decisivo nel derby di Coppa Italia, diventando da quel momento titolare inamovibile. Con questo assetto Conte trova la chiave tattica giusta. Le vittorie casalinghe contro la Juventus e la Lazio danno grande fiducia al gruppo, quella col Milan la consapevolezza di essere la squadra migliore del campionato. Finalmente l'Inter è diventata quella che voleva il suo allenatore. I nerazzurri cominciano a volare e un filotto di undici vittorie consecutive scava un abisso incolmabile sulle dirette inseguitrici.

La vittoria con i tifosi

Da Herrera a Bersellini, da Trapattoni a Mancini, da Mourinho fino a Conte. Storicamente le grandi vittorie nerazzurre hanno sempre avuto come artefice un allenatore simbolo. Una figura carismatica, capace di difendere la squadra in ogni frangente e trascinare tifoseria e ambiente. Seguendo questo solco ha trovato la sua linea anche il lavoro di Conte. Arrivato con ''l'onta'' del passato juventino, ha sin da subito forgiato il gruppo con la sua mentalità vincente. Sotto la sua guida ben presto l'Inter ha smesso i panni della ''Pazza Inter'' per diventare una squadra dal rendimento costante e dal carattere indomito proprio come il suo allenatore. Mancava soltanto un quid per entrare realmente a far parte della famiglia nerazzurra: l'interismo. La scintilla scocca nel ritorno della semifinale di Coppa Italia contro la Juventus. Dopo il duro battibecco con Andrea Agnelli il tecnico leccese chiude i conti con il suo passato bianconero. In quel momento si prende davvero l'Inter, conquistando finalmente tutti i tifosi nerazzurri.

I prossimi obbiettivi

Il club nerazzurro sarà chiamato a programmare il futuro per non ripetere gli errori del passato. In questa ottica proseguire il cammino con Conte rappresenta la scelta migliore per garantire finalmente continuità. La squadra ha tutto per aprire un ciclo vincente in Italia ma i grandi cicli passano anche per le vittorie in Europa. Proprio questa sarà la prossima sfida, che dovrà affrontare l'Inter di Conte. Esprimere un gioco convincente e conquistare vittorie anche fuori dai confini nazionali.

Sogni e aspettative di tutti i tifosi nerazzurri che toccherà alla famiglia Zhang misurare, delineando con chiarezza obbiettivi e strategie societarie. Ma ai programmi futuri si penserà tra qualche giorno, prima c'è da godersi la vittoria del tricolore.

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