Ecco Sara, 16 anni, "Ceccon al femminile"

La favola di Curtis, prima nuotatrice di colore a vincere un titolo italiano

Ecco Sara, 16 anni, "Ceccon al femminile"

La prima nuotatrice di colore a vincere un titolo italiano ha soltanto 16 anni ma fa sogni in grande: prima il Mondiale in estate a Fukuoka, dove potrebbe andare anche come staffettista della 4x100 femminile, poi, di riflesso, l'Olimpiade di Parigi.

Sara Curtis, figlia di mamma nigeriana e papà di Genola, in provincia di Cuneo, ha già le idee chiare sul futuro. Del resto, il ct dell'Italnuoto Cesare Butini non ha mai nascosto il potenziale di questa ragazza, definita la «Ceccon al femminile».

Il motivo? Fa tante gare in tanti stili diversi. Lo ha dimostrato nel 2022 ai Mondiali juniores a Lima, in cui ha portato a casa quattro medaglie, e di recente ai Criteria giovanili, dove ha vinto ben cinque medaglie d'oro. Fra i grandi, invece, ha debuttato vincendo niente meno che i 50 stile libero, la specialità olimpica più veloce nel nuoto.

Domenica, a Riccione, è stata la donna copertina dei Campionati nazionali in vasca lunga e non solo per la vittoria arrivata nonostante un'età precoce, ma anche, non lo nascondiamo, per il suo colore della pelle. Tanto da fare notizia nel panorama natatorio, non abituato certo a questo tipo di imprese. Anche perché, fino a qualche tempo fa, il nuoto era una disciplina storicamente refrattaria agli atleti colored, come direbbero al di là dell'Atlantico.

C'è chi ha provato a dare una spiegazione di tutto ciò affermando che i neri nel nuoto sono svantaggiati per ragioni fisiologiche, per via della più elevata densità ossea.

Ma queste, appunto, non hanno impedito a Sara di vincere. Come in precedenza era riuscita a fare la statunitense Simone Manuel, prima donna afroamericana a conquistare l'oro olimpico nel nuoto (nei 100 stile a Rio 2016). E adesso che abbiamo la prima nuotatrice di colore campionessa d'Italia, l'integrazione nel mondo dello sport è sempre più completa.

Addirittura anche lo skeleton, sport olimpico invernale per eccellenza e disputato sui budelli ghiacciati, ha visto un'altra piemontese, Valentina Margaglio, figlia di una donna ivoriana, salire sul podio sia ai Mondiali che in Coppa del Mondo e mostrare tutte le sue qualità di forza e spinta.

E se in altri sport, come l'atletica di Jacobs e Desalu e il calcio di Gnonto e Balotelli, la pallacanestro di Biligha e Myers e il volley di Egonu e Sylla, ormai l'integrazione è sdoganata, di fatto adesso l'ultima disciplina che rimane senza italiani di colore è forse soltanto il ciclismo.

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