La Federazione italiana giuoco calcio (Figc) è l'organismo che governa il mondo italiano del pallone. Nata nel 1898, affiliata al Coni, organizza i campionati di calcio professionistico e non (dalla Serie A ai Dilettanti nazionali, fino ai campionati provinciali). E si occupa anche della Nazionale di calcio. Ma come viene eletto il presidente della Figc? L’assemblea elettiva è formata da 279 delegati che rappresentano le squadre di Serie A , Serie B, Lega Pro e Lega Nazionale Dilettanti, quelli dell'Associazione italiana calciatori, dell'Associazione italiana allenatori e dell'Associazione italiana arbitri. I delegati non sono tutti uguali. I loro voti, infatti, sono ponderati a seconda della categoria rappresentata. Vediamo come è distribuita la "torta dei voti" che porta all'elezione del presidente della Figc.
Il voto di ciascuna delle venti squadre di Serie A va moltiplicato per 3,09. Nel complesso, quindi, la massima serie pesa 61,8, pari al 12% del totale dei voti. I 22 club Serie B pesano ciascuno per 1,17: il totale dei loro voti rappresenta il 5% del collegio elettorale. Le 60 squadre di Lega Pro, la vecchia Serie C, pesano 1,46 (17% del totale). Le 90 squadre dei Dilettanti nazionali hanno un coefficiente di 1,95, con un peso del 34%. Cinquantadue i delegati dei calciatori (1,98 – 20%), 26 quelli degli allenatori (1,98 – 10%), 9 quelli degli arbitri (1,15 – 2%). Complessivamente i voti spettanti sono 516.
Viene eletto
presidente della Figc chi ottiene tre quarti dei voti al primo turno. Al secondo voto il quorum si riduce a due terzi. Al terzo scrutinio, invece, è sufficiente la maggioranza assoluta dei voti (50% più uno).
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