L'undicesimo gol di Icardi apre il cuore, Thohir ha detto che si parte da lui, gli altri vengono dopo. Per il resto è stata proprio una bella rimpatriata, baci, abbracci, amarcord, promesse, mancavano solo i lacrimoni. Josè ha detto che magari prima o poi torna, la signora Bedy ha dato la notizia che è già dello United, Moratti ha perdonato Ronaldo per quel gol nel derby, la Nord invece non ha dimenticato, Icardi ha confessato che Ronie sarà sempre il suo grande idolo, Mancini ha spiegato che Moratti può ospitare tutti quelli che vuole, nel finale ha messo dentro prima Ljajic e poi Jovetic, e Thohir ha ricordato che vuole giocare in Champions la prossima stagione.
Tutte cose belle e accadute ieri sera al Meazza trasformato nella macchina del tempo, tranne l'ultima, la storia della Champions di Thohir, questa è una cosa che non è ancora accaduta e resta l'impresa che manca. Per il resto messaggio chiaro, l'Inter andava dal Barcellona e portava a casa Suarez e Ronaldo, andava dal Bayern e tornava con Rummenigge e Mattheus, qui ha allenato lo Special. Thohir ha detto che riporterà i campioni, la gente ha una gran voglia di credergli.
Poi l'attualità è il campo, l'Inter segna ma resta quella di inizio anno, attanagliata da una serie di blocchi mentali che non aiutano e l'hanno trascinata dal primo al quinto posto in classifica. Di sicuro i tre punti sono un ottimo tonico, ma l'idea resta quella di una squadra che ha effettuato la preparazione per partire forte e ora sta rifiatando e pagando oltre le proprie colpe, in troppi sono ancora incatenati, lo dice il confronto con i primi mesi di questa stagione. In mezzo regna costantemente il caos, le assenze di Kondogbia e Medel hanno contribuito, palla sempre giocata a due tocchi, manovra zoppicante, difesa avversaria che ha tutto il tempo di registrarsi. Non che in giro per l'Italia si veda gran che.
Poi Miranda arrotonda su azione arrembante da calcio d'angolo battuto da Brozovic, Viviano respinge oltre la riga il colpo di testa del brasiliano, bene, ma la partita resta di seconda schiera, il doppio vantaggio dovrebbe sciogliere le ansie, invece basta un Quagliarella qualunque, suo il gol del 3-1, per tenere in allarme Murillo e Miranda. Eder è rimasto contagiato, non è questo l'attaccante che doveva risolvere i problemi offensivi, non si è mai liberato per il tiro come a Firenze, non ha messo fantasia nella sua partita, la gente si è accorta che c'era quando Mancini lo ha tolto al quarto d'ora della ripresa. L'Inter può permettersi di regalare questo Jovetic?Ma soprattutto può rinunciare a Palacio?Per fortuna c'è Maurito. Uno show di pochi secondi, forse tre, quattro al massimo, ha raccolto dopo un disimpegno errato di Fernando sul cerchio del centrocampo, è partito in velocità su Soriano, ha resistito al ritorno di Ranocchia e Silvestre e su Viviano in uscita l'ha messa con una precisione da orologiaio. La palla trotterellando si è infilata rasente il palo di sinistra e il 3-0 ha dato una dimensione esagerata del confronto.
È da prendere per quello che è stato, tre punti, la classifica che si muove bene, le altre che tornano a sentire la presenza della squadra nel gruppo delle prime. Quello che è successo all'Inter può succedere anche a loro, si vive di speranze.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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