È il profeta, non solo perché di nome fa Elia, ma perché per la pista ha predetto e segnato il cambiamento. Su di lui il ciclismo italiano ha posato la prima pietra di un Rinascimento che ci ha portato nell'era dei Ganna e dei Milan. Anni difficili, che sono stati cancellati da questo ragazzo veronese alla sua quarta e ultima olimpiade. Il debutto a Londra 2012, l'oro conquistato a Rio 2016 e il bronzo di Tokyo 2021.
In principio i pattini a rotelle, poi un campo da calcio, ruolo portiere, ma ecco la bicicletta, che compare all'età di 9 anni con la maglia della Luc di Bovolone. Talento smisurato, passione cristallina, intelligenza viva. La passione sfrenata per i motori, ma anche per il tennis (Djokovic su tutti) e lo sci. Lo sport nel sangue. Sarà perché viene da una famiglia in cui lo sport è di casa. Papà Renato è stato rallista, come navigatore: ha partecipato anche a un «Montecarlo». Il primo dei due fratelli minori, Luca, è stato un buon giocatore professionista, così come il piccolo di casa, Attilio, è stato bravino in bicicletta.
Quando Marco Villa decise di provare ad aprire una nuova porta in pista, Elia è stata la chiave. Se Villa è tipo di poche parole, per lui ha parlato Elia, con i fatti e andando a vincere tappe al Giro al Tour e alla Vuelta: il modo migliore per far capire a tutti, che l'attività su strada e su pista era possibile.
Ieri nel suo Omnium è andato a caccia dell'ennesima medaglia. Quattro prove - scratch, tempo race, eliminazione e corsa a punti. L'inizio nello scratch non è stato dei migliori. Nella seconda, la Tempo race, nei 40 giri da affrontare Viviani è parso soffrire la gara meno congeniale. Nell'Eliminazione, di cui Elia Viviani in carriera ha vinto due titoli mondiali, l'azzurro inizia la sua rimontae il 2° posto, poi il declassamento per essersi inserito dal basso nella traiettoria in cui c'era già un altro corridore. Nella corsa a punti Elia non è mai parso brillante.
Cerca di reagire a 55 giri dalla fine, ma i favoriti per le medaglie non gli concedono spazio, mentre Benjamin Thomas incitato dal pubblico francese e dalla compagna Martina Alzini vince davanti a Leitao e van den Bossche. Per Elia un nono posto che non va a scalfire minimamente la sua storia di campione universalmente amato e riconosciuto.
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